La controversa decisione del TAR di Trento sulla cattura dell’orsa F36 ha suscitato reazioni diverse tra le autorità e gli animalisti.
Il TAR di Trento ha recentemente confermato la sua decisione di procedere con la cattura dell’orsa F36. Nonostante le numerose proteste e le istanze di sospensione presentate da varie associazioni animaliste come Enpa, Oipa, Lndc e Leida.
Questa decisione è stata presa in seguito al falso attacco dell’animale a due cacciatori a Roncone lo scorso 30 luglio.
Il ruolo del presidente della provincia
Maurizio Fugatti, presidente della Provincia, ha emesso un decreto che ordina la cattura dell’orsa e il suo trasferimento al Casteller, dove sono già presenti altri orsi come JJ4 ed M49. Questa mossa ha suscitato molte critiche. In particolare da parte delle associazioni animaliste che vedono nella cattura un rischio per la mamma orsa e il suo cucciolo.
La tutela della pubblica sicurezza
La decisione del TAR è stata motivata dalla necessità di tutelare il “superiore interesse alla pubblica sicurezza e alla pubblica incolumità“. Tuttavia, molti sostengono che l’orsa F36 non rappresenta una minaccia reale e che la sua cattura potrebbe avere gravi ripercussioni sul cucciolo, che ha bisogno della madre per almeno un altro anno.
Il 12 ottobre, la questione verrà discussa ulteriormente in Camera di Consiglio. Dove si spera che venga presa una decisione definitiva che tenga conto sia della sicurezza pubblica sia del benessere dell’animale.
La cattura dell’orsa F36 è un argomento delicato che ha diviso l’opinione pubblica. Mentre le autorità sostengono che sia una misura necessaria per garantire la sicurezza. Gli animalisti e altre organizzazioni ritengono che l’animale non debba essere punito per un falso attacco e che la sua cattura possa avere gravi conseguenze per il suo cucciolo.