Il Cdm ha dato il via libera alla App Immuni: non sarà obbligatoria. Rinviata a settembre la riforma delle intercettazioni.
ROMA – Il Cdm ha dato il via libera alla App Immuni. Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 2020 si è conclusa la riunione del Governo con la maggioranza che approvato il decreto dedicato all’applicazione, pronta ad entrare in uso nel mese di maggio anche se ancora non sono chiari i tempi.
Nei prossimi giorni il commissario straordinario, Domenico Arcuri, dovrà definire gli ultimi dettagli e farla partire il prima possibile possibile visto che, come detto da Vittorio Colao, a giugno potrebbe non essere più utile.
Le regole dell’app ‘Immuni’
L’applicazione Immuni sarà volontaria e soprattutto non ci saranno restrizione per chi deciderà di non scaricarla. “Gli utenti – si legge nel testo del decreto che sarà discusso in Parlamento nelle prossime settimane – riceveranno, prima dell’attivazione dell’app, informazioni chiare e trasparenti per raggiungere una piena consapevolezza sulle finalità e sulle operazioni di trattamento“.
Sui dati il Governo ha precisato: “Il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti sarà basato su dati prossimità dei dispositivi, resi anonimi. E’ esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti con i contatti che saranno trovati solo attraverso il bluethoot“.
Il pacchetto giustizia
Nel Consiglio dei ministri è stato deciso che per le scarcerazioni dei detenuti al 41 bis sarà necessario il parere procuratore nazionali antimafia e antiterrorismo. Per coloro, invece, che hanno commesso reati gravi, e sono detenuti in alta sicurezza, la scelta finale spetterà ai magistrati della Dda.
I processi con “discussione, esame di testimoni, di consulenti, di parti e periti” non si potranno svolgere da remoto. Rinviata al primo settembre la riforma delle intercettazioni.
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