Oggi il governo Meloni si riunirà per il Consiglio dei ministri. Sul tavolo le misure contro il caro-bollette. La manovra finanziaria prende forma.
La legge di bilancio dovrà essere completata e approvata entro la fine dell’anno. Il governo è al lavoro per quella che è “una corsa contro il tempo” come l’ha definita la premier Giorgia Meloni di ritorno da Bruxelles. Dopo aver incontrato i vertici delle istituzioni europee, la presidente torna a Roma per occuparsi di ciò che affligge in questo momento gli italiani: il caro bollette.
Per la parte programmatica della manovra economica per il 2023 saranno emanati almeno 21 miliardi di risorse in deficit. Oltre 15 miliardi di questi per tutelare le famiglie e le imprese dall’emergenza energia. Nel piano di Meloni per trovare fondi per aiutare gli italiani ad affrontare questa crisi c’è anche una revisione del Superbonus e del Reddito di cittadinanza.
“Corsa contro il tempo per la legge di bilancio”
Sul tavolo del Cdm di oggi ci sarà quindi l’integrazione della Nota di aggiornamento al Def e la Relazione sull’aggiustamento di bilancio. Ma non solo, vi sarà anche una bozza sul riordino dei ministeri, alcuni dei quali cambieranno nome. Ma il focus principale sarà destinato al caro bollette perché nonostante la lieve discesa del prezzo del gas, il 2023 sarà ancora un anno dominato dalla crisi da cui non si uscirà prima del 2024. Per questo motivo ciò a dominare il governo per il prossimo decreto aiuti e la legge di bilancio è una “grande prudenza”, perché ciò che verrà fatto influenzerà la vita di milioni di italiani.
Nella Nadef, il Pil 2023 verrebbe confermato al +0,6% come aveva indicato il governo Draghi. Sempre per restare cauti. I 21 miliardi che sarebbero disponibile dalla legge di bilancio saranno per la maggior parte impiegati a contrastare il caro energia. Per trovare questi fondi necessari il governo propone una revisione dei bonus Reddito di cittadinanza e Superbonus 110%. Altri 5 miliardi potrebbero arrivare dai fondi di coesione non spesi.
La settimana prossima le Camere voteranno anche sulla richiesta del governo di utilizzare il tesoretto lasciato in dote dal precedente governo di circa 10 miliardi. Mentre altri 10 miliardi saranno impegnati nel decreto Aiuti.