“Atreju… a tro**? Inciampo con la lingua”, scuse dopo la gaffe shock: “Meloni non c’entra”

“Atreju… a tro**? Inciampo con la lingua”, scuse dopo la gaffe shock: “Meloni non c’entra”

Lo scivolone di Filippo Ceccarelli su Atreju e la Meloni infiamma il dibattito: sessismo o semplice lapsus? Lui interviene dopo la gaffe.

La recente apparizione di Filippo Ceccarelli, noto editorialista di Repubblica, a Propaganda Live ha acceso un acceso dibattito politico e mediatico. Durante il programma su La7, Ceccarelli, nel commentare la manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia, si è lasciato andare a un gioco di parole che ha generato indignazione. Pronunciando “Atreju, Atreju… a troi*”, ha scatenato risate in studio, ma anche un’ondata di critiche.

Atreju, Ceccarelli dopo la gaffe: cosa c’entra la Meloni

Molti si sono chiesti se il termine fosse riferito a Giorgia Meloni o alle donne del partito. Le reazioni non si sono fatte attendere, specialmente dalla destra, che ha accusato Ceccarelli di sessismo e doppi standard.

Ceccarelli ha cercato di spiegare l’accaduto definendolo un “inciampo con la lingua”. “Era una reiterazione, uno scioglilingua avvelenato. Non era mia intenzione offendere la presidente del Consiglio o le donne in generale”, ha affermato.

L’editorialista ha poi minimizzato la portata dell’accaduto, sostenendo che si è trattato di un episodio ingigantito dai media. 

Tuttavia, la sua difesa non ha convinto tutti. Per molti, il contesto e il tono hanno reso l’episodio più che un semplice lapsus.

Reazioni politiche e mediatiche

La vicenda ha polarizzato l’opinione pubblica. Mentre alcuni hanno difeso Ceccarelli, ritenendo eccessive le accuse di sessismo, altri hanno sottolineato come un comportamento simile sarebbe stato aspramente criticato se proveniente da un esponente della destra.

La destra, in particolare, ha colto l’occasione per accusare la sinistra di ipocrisia, sottolineando come certe espressioni vengano tollerate quando provengono dai propri intellettuali di riferimento.

Lapsus o sessismo?

L’episodio solleva una questione più ampia: quanto è sottile il confine tra un lapsus e un’offesa deliberata? In un’epoca in cui il linguaggio pubblico è scrutinato con attenzione, scivoloni come quello di Ceccarelli rischiano di alimentare divisioni.

In ogni caso, l’intellettuale avrebbe forse potuto gestire meglio le conseguenze, chiedendo scuse più dirette invece di minimizzare l’accaduto come un semplice errore di pronuncia.