Cecilia Sala è stata liberata dal carcere in Iran dove era detenuta e ha fatto ritorno in Italia. La giornalista ha raccontato quanto vissuto.
Nelle scorse ore è arrivata la notizia che tutti volevamo sentire: Cecilia Sala è stata liberata e ha fatto ritorno in Italia. La giornalista, in precedenza detenuta in Iran nel carcere di Evin dal 19 dicembre 2024, è stata rilasciata dopo il grande lavoro del governo di Giorgia Meloni e ha potuto riabbracciare i suoi cari nel nostro Paese. Un traguardo importante che ha visto la donna raccontare, appena arrivata nel Bel Paese, alcuni dei momenti vissuti in cella.
Cecilia Sala liberata e tornata in Italia
Sono ore di grande sollievo per tutta l’Italia in merito alla vicenda legata alla detenzione in Iran della giornalista nostrana Cecilia Sala. La donna, infatti, è stata liberata e ha fatto ritorno in Italia atterrando nel pomeriggio di mercoledì 8 gennaio 2025 a Ciampino.
La donna era detenuta dal 19 dicembre 2024 nel carcere di Evin ma grazie all’operato del governo Meloni è tornata a casa e ha potuto riabbracciare i suoi cari. Ad accoglierla al suo arrivo in Italia la Premier ma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, oltre ai parenti.
Un momento di grande importanza per tutto il Paese e che ha testimoniato l’ottimo lavoro svolto in chiave diplomatica. “Ringrazio il governo e quelli che mi hanno tirato fuori”, ha detto in primis la Sala. Pronto anche il primo commento di Giorgia Meloni: “Sei stata forte. La sua liberazione un bel gioco di squadra”.
Il racconto della detenzione in carcere
Proprio dopo il suo arrivo in Italia, all’aeroporto di Ciampino, la giornalista ha avuto modo, brevemente, di raccontare alcuni dei momenti vissuti nel carcere in Iran. La Repubblica ha riportato le parole della donna in merito a quella terribile esperienza in cella.
“Avevo perso il senso del tempo, non sapevo più quando era giorno e quando era notte”, ha spiegato la giornalista. La Sala ha raccontato di essere rimasta chiusa in una cella “stretta e alta, senza letto, con una lampada sempre accesa e una piccola finestrella sul soffitto da cui passava l’aria ma che neanche riuscivo a vedere”. Per lei solo datteri e poco altro per nutrirsi, il tutto passato da una feritoia della porta.
La giornalista ha raccontato anche di aver fatto una richiesta in carcere: “Ho chiesto una Bibbia. Presumevo che potesse essere un libro che ad Evin avevano in inglese. E perché comunque la Bibbia è un libro molto lungo”.
La compagna di cella e le telefonate
La Sala ha raccontato ancora: “Mi hanno spostato in una cella più grande e mi hanno portato gli occhiali. Ero insieme a una donna iraniana che non parlava una parola di inglese, quindi indicavamo gli oggetti nella stanza, lei ne diceva il nome in farsi e io in inglese”, ha spiegato la giornalista.
Dettaglio importante anche sulle telefonate alla famiglia: “Ero costretta a leggere un messaggio, i miei mi facevano delle domande ma io non potevo dire di più perché avevo paura che mi facessero interrompere la conversazione”.
La donna ha avuto paura di non farcela anche perché l’unica persona con cui parlava e che vedeva è stata in circa venti giorni ambasciatrice italiana Paola Amadei: “Temevo davvero di non reggere più“.
Curioso anche un piccolo sfizio che la giornalista si è voluta togliere al suo arrivo fumandosi una sigaretta lontana dai riflettori in compagnia del fidanzato. “Rompo il protocollo se prima vado a fumare? Scusatemi…”.
Insomma, dopo la grande paura e l’apprensione, adesso è arrivo definitivamente il lieto fine che tutta l’Italia sperava arrivasse.