Cecilia Sala, accuse di rapimento: ecco in che modo vuole utilizzarla l’Iran

Cecilia Sala, accuse di rapimento: ecco in che modo vuole utilizzarla l’Iran

Cecilia Sala arrestata in Iran: Amnesty Italia accusa Teheran di rapimento. Ecco il commento di Riccardo Noury e la situazione attuale.

La giornalista italiana Cecilia Sala è detenuta nel carcere di Evin, a Teheran, dal 19 dicembre, accusata di aver “violato le leggi della Repubblica islamica”. L’arresto ha suscitato indignazione e preoccupazione a livello internazionale.

Arresto Cecilia Sala: le accuse e la politica degli “ostaggi”

Secondo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, il caso di Cecilia Sala rappresenta un ulteriore esempio della politica iraniana di detenere cittadini stranieri o con doppio passaporto come pedine di scambio. 

“Quello che è successo a Cecilia Sala può essere definito un rapimento: deve tornare in maniera incondizionata in Italia, non ha fatto nulla che giustifichi tutto questo”, ha dichiarato Noury a Fanpage.it.

Le accuse mosse a Sala sono volutamente vaghe. Noury sottolinea che queste spesso includono violazioni pretestuose legate al comportamento, ai contatti o all’abbigliamento, senza reali fondamenti legali.

Secondo Amnesty, il vero obiettivo di Teheran sarebbe legato alla detenzione in Italia di Mohammad Abedini Najafabani, un ingegnere esperto di droni fermato a Malpensa il 16 dicembre. 

Noury spiega che l’Iran potrebbe voler scambiare Cecilia Sala con Abedini, collaboratore dei Guardiani della Rivoluzione, il corpo militare d’élite del regime.

L’arresto di Sala rientrerebbe in una tradizione consolidata da parte delle autorità iraniane: trattenere cittadini stranieri per ottenere concessioni politiche o economiche. 

“Gli ultimi due europei liberati in Iran sono tornati a casa dopo che i loro Paesi hanno rimandato in patria persone accusate di gravi crimini”, ricorda Noury.

Le condizioni nel carcere di Evin

Attualmente, Cecilia Sala è in isolamento nel carcere di Evin, noto per le sue pessime condizioni. 

“Non oso immaginare cosa significhi passare la notte di Capodanno in una cella da sola in Iran”, afferma Noury. L’isolamento la priva anche della solidarietà delle detenute politiche, che spesso riescono a creare una rete di supporto.

La prigione di Evin è tristemente famosa per il trattamento riservato ai detenuti politici, come raccontato anche da Alessia Piperno, liberata dopo 40 giorni di detenzione. 

Tuttavia, Noury ritiene che, seguendo la logica dello scambio, le autorità iraniane potrebbero trattare bene la Sala per preservare un eventuale negoziato.

Le richieste di Amnesty International

Amnesty Italia chiede con fermezza il ritorno immediato e incondizionato di Cecilia Sala in Italia. “Non c’è nulla che giustifichi la sua detenzione, nemmeno per un minuto di più”, conclude Noury.