Un ex agente Aise muore dopo aver ingerito un liquore contaminato con cianuro. Tre commensali ricoverati. Il Copasir indaga.
La recente morte di un ex agente segreto italiano a causa di un avvelenamento da cianuro ha scosso il mondo dell’intelligence. La tragedia è avvenuta durante una cena ad Hammamet, in Tunisia, dove G.M., un ex membro dell’Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), ha perso la vita dopo aver bevuto un liquore artigianale alla pesca. Altri tre commensali sono stati ricoverati d’urgenza, ma sono riusciti a sopravvivere grazie all’intervento tempestivo delle autorità italiane e tunisine.
Il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha aperto un’indagine per chiarire le dinamiche di quanto accaduto, mentre emergono dettagli che collegano la vicenda a operazioni internazionali contro il crimine organizzato.
La morte dell’agente: la sequenza degli eventi
La cena ad Hammamet, che sembrava essere un incontro tra ex colleghi, si è trasformata in una tragedia. Il liquore artigianale alla pesca, servito durante il pasto, è stato identificato come la causa dell’avvelenamento. Questo liquore, ottenuto dalla fermentazione di noccioli di pesca, contiene amigdalina, una sostanza che può rilasciare acido cianidrico, meglio conosciuto come cianuro.
Secondo fonti vicine all’indagine riportate da ilgiornale.it, G.M. avrebbe bevuto un bicchiere intero del liquore, ingerendo accidentalmente il nocciolo di pesca. Il quale ha rilasciato la sostanza tossica. Altri tre partecipanti, tra cui un altro agente dell’intelligence italiana, sono stati ricoverati in ospedale, ma hanno mostrato sintomi meno gravi, avendo ingerito solo piccole quantità della bevanda. L’intervento rapido dei medici e l’uso del siero anti-cianuro sono stati decisivi per salvare le loro vite.
L’ombra del crimine organizzato
La vicenda si intreccia con operazioni di intelligence che avevano coinvolto l’ex agente deceduto. G.M. e alcuni dei suoi commensali avevano partecipato a indagini su un noto boss mafioso, arrestato in Tunisia pochi mesi prima. Stracuzzi, soprannominato “Il Re del calcestruzzo”, è stato coinvolto in diverse inchieste antimafia coordinate tra Italia e Tunisia.