Draghi, “Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone in Italia”: quante sono e dove si trovano.
Nel corso della sua informativa alla Camera e al Senato, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha parlato delle conseguenze per l’Italia delle sanzioni alla Russia soffermandosi soprattutto sul gas. Il premier ha specificato che nell’immediato, per far fronte alla situazione d’emergenza, potrebbe essere necessario riattivare le centrali a carbone in Italia.
Centrali a carbone in Italia: quante sono e dove si trovano
In Italia sono presenti sette centrali a carbone. Le centrali in questione si trovano:
La Spezia – in Liguria;
Fiume Santo – in Sardegna;
Portoscuro – Sardegna;
Brindisi – Puglia;
Torrevaldaliga – Lazio;
Fusina – Veneto;
Montefalcone – Friuli Venezia Giulia.
Si tratta di centrali che l’Italia aveva deciso di frenare, rallentare o fermare alla luce della rivoluzione green. Ovviamente parliamo di centrali che in termini di inquinamento hanno un impatto considerevole. Riattivarle significa evidentemente fare un passo indietro ma che sarebbe inevitabile per fare fronte alla crisi attualmente in corso. Queste centrali a carbone dovevano essere convertite in centrali a gas, ma il problema al momento è rappresentato proprio dal prezzo proibitivo di questa materia. Quindi al momento la trasformazione non è economicamente sostenibile.
Cosa ha detto Mario Draghi in occasione dell’audizione alla Camera e al Senato
“Il Governo intende poi lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico – come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia“, ha dichiarato Draghi parlando del gas. “Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato“, ha aggiunto il Presidente del Consiglio nel corso del suo intervento in Aula.