Centrosinistra: la coalizione rischia di saltare

Centrosinistra: la coalizione rischia di saltare

Da troppi alleati il Pd rischia di trovarsi senza nessuno al suo fianco.

A pochi giorni dalla scadenza per presentare le liste il centrosinistra è in piena crisi. Dopo il patto con Azione, Verdi e Sinistra italiana hanno mostrato il loro disagio di far parte di una coalizione in cui ci sono centristi improntati sull’agenda Draghi. Sono partiti così gli insulti tra Calenda, Fratoianni, Bonelli e Di Maio e ora c’è il rischio di uno strappo da tutte le parti. Il Pd dal sogno di creare un’alleanza di tutti contro i sovranisti rischia di trovarsi solo.

Ora il patto tra Azione/+Europa firmato pochi giorni fa con il Pd è in bilico. Calenda così come Verdi e Sinistra italiana hanno chiesto al Pd di fare chiarezza sui programmi futuri. Al Nazareno c’è alta tensione e il tempo sta scadendo. Nel frattempo Bonelli pare abbia sciolto la riserva e abbia detto sì al Pd. Gli insulti fanno da padrone tra i partiti che dovrebbero essere alleati. Un quadro che non promette bene e favorisce soltanto il centrodestra, ovvero l’obiettivo opposto che si erano prefissi.

Enrico Letta

Letta pensa al piano B

Calenda si batte per l’agenda Draghi mentre arrivano le frecciatine di Fratoianni e Bonelli. Il Pd con Franceschini, sempre via Twitter, cerca di riportare la calma e far ragionare i suoi alleati nel presupposto di una sfida più grande. Ma Calenda risponde: “Dario, il terzismo alla ‘volemose bene’ con noi non funziona. Avete firmato un patto. Nato, rigassificatori, equilibrio di bilancio, revisione rdc, agenda Draghi. Dall’altro lato c’è una dichiarazione al minuto contro tutto questo. Chiarite. Decidete. Punto”.

Letta dice “basta dare spettacolo in questo modo” e ricorda che se si dividono tutti alla fine consegnano il paese a Giorgia Meloni che già esulta. Gli equilibri dell’alleanza del centrosinistra sono troppo fragili e Letta pensa al piano B nel caso tutto dovesse saltare in questi giorni. Il segretario del Pd non esclude quindi di correre da solo nella sfida contro Meloni. Del resto, i due leader lo hanno sempre detto: o noi o Meloni e viceversa o noi o il Pd.

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