“C’era un uomo”: arriva la supertestimone nel caso Patrizia Nettis

“C’era un uomo”: arriva la supertestimone nel caso Patrizia Nettis

I dettagli e le controversie legate alla tragica scomparsa di Patrizia Nettis, le cui indagini sono in corso.

La morte di Patrizia Nettis, avvenuta nella notte tra il 28 e il 29 giugno 2023, continua a sollevare dubbi e domande. La giornalista di Gioia del Colle è stata trovata impiccata nella sua abitazione di Fasano, dove si era trasferita per lavoro. Nonostante la drammaticità degli eventi, molti aspetti critici non sono stati chiariti: non è stata realizzata un’autopsia. Mancano esami tossicologici fondamentali e non è stata condotta un’analisi completa della scena.

Contesto e contraddizioni: le ore precedenti alla morte di Patrizia Nettis

La sera prima del suo decesso, Patrizia aveva discusso animatamente con due uomini, uno dei quali è successivamente diventato oggetto di indagini per stalking e istigazione al suicidio. “Tra i due uomini ci sono stati scambi intensi di messaggi quella notte, con parole molto dure verso mia figlia, chiamandola ‘malata’ e ‘pazza‘”, ha rivelato il legale della famiglia, in un’intervista a Quarto Grado.

La lotta della famiglia per la giustizia

Nonostante le richieste insistenti, le autorità non hanno ancora effettuato l’autopsia. “Abbiamo chiesto l’autopsia tre volte”, ha dichiarato la madre di Patrizia, Rosanna Angelillo, sempre a Quarto Grado. “Inizialmente non ci hanno risposto, poi hanno affermato che non vi erano motivi sufficienti per procedere con l’esame. Questo rifiuto fa pensare che ci sia qualcosa, o qualcuno, che si voglia nascondere“.

Il dolore della famiglia è palpabile e la loro ricerca della verità è incessante. La mancanza di risposte chiare e l’approccio superficiale alle indagini da parte delle autorità alimentano il sospetto che la morte di Patrizia possa celare dinamiche più complesse e oscure di un semplice suicidio.

Il caso potrebbe essere archiviato il 15 settembre 2024, ma come sottolinea la signora Angelillo: “Non sapere nulla e aspettare che le indagini si chiudano ci fa stare male, molto male. Continueremo a chiedere giustizia e verità per Patrizia“.

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