Usa, Ue e diversi Paesi arabi chiedono un cessate il fuoco di 21 giorni tra Libano e Israele. I dettagli della proposta.
La situazione al confine tra Libano e Israele è sempre più critica, con un’escalation di violenze che mette a rischio la stabilità della regione. Dall’8 ottobre, il conflitto ha assunto proporzioni inaccettabili, spingendo la comunità internazionale a intervenire con una richiesta di cessate il fuoco immediato. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea e diversi Paesi arabi, tra cui Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, hanno proposto una tregua di 21 giorni, sottolineando l’urgenza di ridurre la tensione per dare spazio alla diplomazia.
La dichiarazione congiunta, firmata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e dal presidente francese Emmanuel Macron, riflette l’appoggio di diverse nazioni tra cui Francia, Germania, Italia, Canada, Giappone e Qatar. La proposta mira a creare le condizioni necessarie per un dialogo che porti a una soluzione duratura del conflitto, salvaguardando la sicurezza e l’incolumità dei civili da entrambi i lati del confine.
Il coinvolgimento di Hezbollah
Le preoccupazioni riguardano soprattutto il coinvolgimento di Hezbollah, il gruppo militante sciita libanese sostenuto dall’Iran, che ha intensificato gli attacchi contro Israele. In uno degli ultimi episodi, Hezbollah ha lanciato un missile balistico contro Tel Aviv, caricato con una testata da 500 chilogrammi. Il missile, intercettato dal sistema di difesa aerea israeliano David’s Sling, non ha causato danni, ma ha accentuato il clima di tensione.
Israele ha espresso una posizione ambivalente sulla proposta di cessate il fuoco: il leader dell’opposizione, Yair Lapid, ha dichiarato che il governo israeliano potrebbe accettare una tregua, ma solo per sette giorni, al fine di impedire a Hezbollah di riorganizzare i propri sistemi di comando e controllo. Anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la necessità di mantenere una posizione ferma, sottolineando che Israele si riserva il diritto di difendersi.
La situazione in Libano
Il contesto attuale evidenzia la fragilità del momento e la necessità di un intervento diplomatico per prevenire una guerra su larga scala. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha avvertito che il Libano è “sull’orlo del baratro” e che l’inasprimento del conflitto rischia di portare il paese in una crisi senza precedenti.
Nel frattempo, il vice ambasciatore americano all’ONU, Robert Wood, ha ribadito che la soluzione diplomatica è l’unica via percorribile per porre fine alle violenze e riportare la calma nella regione. Tuttavia, Wood ha anche ricordato che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi di Hezbollah, ponendo l’accento sull’importanza di un accordo che sia accettabile per entrambe le parti.
La proposta di un cessate il fuoco di 21 giorni rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio fra le esigenze di sicurezza di Israele e la necessità di evitare ulteriori sofferenze ai civili libanesi. Offrendo una finestra di opportunità per la diplomazia in una situazione al limite della sostenibilità.