Secondo l’associazione cgia, nel 2022 la guerra costerà circa 929 euro a famiglia.
La guerra avrà degli effetti negativi a lungo termine ma anche nell’immediato sulle economie europee. In Italia, nel 2022 vi sarà un calo del Pil di 24 miliardi di euro a causa del conflitto in Ucraina. Questo dato si traduce in una perdita di potere d’acquisto medio per ciascuna famiglia italiana pari a 929 euro secondo la Cgia.
L’associazione Artigiani e piccole imprese ha fatto un confronto tra le ultime previsioni di crescita del Pil fatte prima dell’inizio della guerra in Ucraina con quelle realizzate in aprile. Il risultato è un calo della ricchezza prodotta dell’1,4%. Ad influire molto sul Pil è stato il forte e improvviso rincaro delle bollette di luce e gas e ostacoli sul piano commerciale e la scarsità di materie prime, nonché l’inflazione che è prevista intorno al 6% nel 2022.
Secondo la Cgia è “una tassa e della peggiore specie che colpisce, in particolar modo, chi ha un reddito fisso. Secondo l’Istat, infatti, con un caro vita in crescita del 6%, questo si traduce in un incremento effettivo dell’8,3% per le famiglie più povere e del 4,9% per quelle benestanti”. La soluzione, per l’associazione, è l’intervento immediato del governo con il taglio del cuneo fiscale.
Le regioni più a rischio di crisi
Dai dati emerge che le famiglie più penalizzate saranno quelle del Trentino Alto Adige (-1.685 euro), della Valle d’Aosta (-1.473 euro) e del Lazio (-1.279 euro). Seguono Veneto (-1.065 euro), Toscana (-1.059 euro) e Basilicata (-1.043 euro), Piemonte (-1.039 euro) e Emilia Romagna (-1.035 euro). Nelle regioni del sud, l’impatto di questa crisi sarà meno violento e anche l’impatto sulle famiglie sarà contenuto.
Il rischio di stagflazione è molto alto. Nel lungo periodo, questo potrebbe tradursi in una crescita pari a zero dell’economia con un’inflazione che continua a crescere. Il quadro delineato dalla cgia rischia di non beneficiare dei 235 miliardi di euro del PNRR.