CGIL contro la manovra 2026: parla Ezio Cigna
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Direttore: Alessandro Plateroti

La CGIL boccia la Manovra 2026: “In pensione più tardi e più poveri”

Senato

Dopo il via libera del Governo alla manovra 2026, ecco la reazione della CGIL nella figura di Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali del sindacato.

Da una parte la Premier Meloni orgogliosa del suo Governo e del lavoro svolto per i cittadini nella manovra 2026. Dall’altra la CGIL, nella figura di Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali del sindacato, che a Fanpage ha rilasciato una intervista molto piccata e polemica verso la legge di bilancio con particolare focus alla situazione legata all’età pensionabile.

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Cgil – newsmondo.it

CGIL boccia Manovra 2026: la pensione

Intervistato da Fanpage, Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali della CGIL, ha commentato alcuni aspetti salienti della manovra 2026 che non gli sono affatto piaciuti. Particolare focus sull’aumento dell’età pensionabile: “Tutti i governi hanno detto di voler superare di legge Monti-Fornero, e questo più di tutti, ma oggi vediamo esattamente il contrario. Hanno passato un anno intero a promettere che avrebbero bloccato l’aumento dell’età pensionabile. Invece non solo non viene bloccata, ma dal 2028 sarà pienamente a regime, con tutti e tre i mesi di aumento”.

Le parole di Cigna sono piuttosto chiare, come il suo punto di vista per il futuro: “[…] Ci troviamo di fronte all’azzeramento della flessibilità in uscita. L’uscita più comune dal lavoro sarà la pensione di vecchiaia, a 67 anni (più gli incrementi). Si va in pensione sempre più tardi e sempre più poveri“. Inoltre, l’uomo, spiegando il perché del “più poveri”, ha sottolineato: “Non lo ricorda nessuno, ma nel 2027 cambieranno anche i coefficienti di trasformazione. Come già successo quest’anno, si abbasseranno di nuovo i futuri assegni di chi deve ancora andare in pensione”.

Le pensioni minime

Tra i vari passaggi dell’intervista a Fanpage, di cui vi riportiamo solo degli stralci, Cigna ha aggiunto sulle pensioni minime: “Le pensioni minime, invece, che sono circa 2,3 milioni nel nostro Paese, non avranno nulla di nuovo. Prenderanno l’incremento deciso lo scorso anno, dell’1,3%, e la rivalutazione legata all’inflazione. Prevediamo che quest’ultima possa arrivare all’1,5%. Concretamente si passerà da 616,67 euro a poco più di 620 euro. Un aumento che probabilmente si fermerà attorno ai 3,70 euro al mese”.

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ultimo aggiornamento: 21 Ottobre 2025 14:37

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