Dopo la pubblicazione della vignetta di Charlie Hebdo raffigurante il terremoto in Turchia, sono sorte numerose polemiche.
Si sono scatenate diverse polemiche nei confronti della redazione di Charlie Hebdo, dopo la pubblicazione delle vignette sul terremoto avvenuto nei giorni scorsi in Turchia. Tra i commenti su Twitter: “Non è satira. Non è libertà di espressione. Questo è l’esempio più disgustoso di incitamento all’odio”.
La nota redazione è famosa per le sue vignette a sfondo satirico su tematiche socialmente rilevanti. Il recente terremoto avvenuto nel sud della Turchia, al confine con la Siria, ha causato la morte di migliaia di persone. In questo frangente tantissimi utenti hanno espresso il loro disappunto su Twitter sotto il post pubblicato da Charlie Hebdo, in cui viene raffigurata uan vignetta sul terremoto.
I commenti
Nella vignetta realizzata dalla rivista, viene raffigurato un edificio semi crollato con tanto di scritte: “Terremoto in Turchia” e “Non serve nemmeno inviare carri armati”. L’opera, realizzata dal vignettista Juin, ha scatenato una bufera mediatica. Sono 11mila i commenti che si contano sotto al post.
Tantissimi di questi sono delle critiche nei confronti della vignetta. “Charlie, ti prendi gioco delle persone che hanno sperimentato un grande disastro”; “Ridicoli”; “Basta odio”; “Non pensate sia troppo?”. I commenti proseguono: “Centinaia di migliaia di persone sono ancora sotto gli edifici crollati. Questo è inaccettabile. Vergognatevi!”; “Non è satira. Non è libertà di espressione. Questo è l’esempio più disgustoso di incitamento all’odio”.
Da parte loro, anche i media della Turchia hanno espresso il loro disappunto circa l’ironia del disegno. “Nuovo scandalo da Charlie Hebdo! Ha preso in giro il terremoto in Turchia…” , scrive Hürriyet. Non si tratterebbe comunque della prima volta che la redazione risulta al centro di una polemica per la sua ironia pungente con la quale raffigura delicate situazioni socio-politiche.
✏️Le dessin du jour, par #Juin pic.twitter.com/kPcEqZDocO
— Charlie Hebdo (@Charlie_Hebdo_) February 6, 2023