ChatGPT bloccata dal Garante della privacy

ChatGPT bloccata dal Garante della privacy

ChatGPT viene bloccata dopo la rilevazione di una raccolta illecita di dati personali e dell’assenza di verifica dell’età dei minori.

Esplode anche in Italia il fenomeno di ChatGPT, sviluppato dalla società statunitense OpenAI, grazie alla curiosità dei più giovani che si affidano all’intelligenza artificiale. Purtroppo, però, il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani, finché la piattaforma non rispetterà la disciplina privacy.

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A seguito della rilevazione di una raccolta illecita di dati personali e dell’assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori, l’Autorità della privacy ha aperto un’istruttoria nei confronti della società statunitense OpenAI alla guida di Satya Nadella.

Il provvedimento del Garante della privacy

ChatGPT è un software di intelligenza artificiale relazionale capace di simulare ed elaborare le conversazioni umane. Esploso anche in Italia in un pubblico di giovani di età compresa fra i 15 e i 24 anni, la piattaforma ha registrato 1,4 milioni visite sul sito OpenAI, solo nel nostro Paese.

Lo scorso 20 marzo, la piattaforma aveva subito una perdita di dati riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative al pagamento degli abbonati al servizio a pagamento. Alla luce di ciò, il Garante della privacy ha rilevato la mancanza di una informativa agli utenti i cui dati vengono raccolti da OpenAI.

Inoltre, è stata registrata l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione di dati personali, per far acquisire agli algoritmi sottesi il funzionamento della piattaforma stessa. Dalle indagini effettuate, le informazioni fornite da ChatGPT non sempre corrispondono al dato reale, rendendo quindi il trattamento di dati personali inesatto.

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