Chi è Marco Di Nunzio, l’imprenditore che reclama parte dell’eredità di Berlusconi

Chi è Marco Di Nunzio, l’imprenditore che reclama parte dell’eredità di Berlusconi

A suo dire, il Cav avrebbe firmato in Colombia un testamento che lo eleggerebbe come erede: Marco Di Nunzio rivendica più di 26 milioni di euro.

Il suo nome era pressoché sconosciuto ai più fino a qualche settimana fa: poi, da quando Marco Di Nunzio ha fatto registrare presso uno studio notarile di Napoli la documentazione che attesterebbe l’esistenza di un ulteriore testamento firmato da Silvio Berlusconi e che lo eleggerebbe come suo erede, se ne è sentito molto parlare. Ecco cosa sappiamo di lui.

Marco Di Nunzio: biografia e carriera

Silvio Berlusconi

Della vita di Marco Di Nunzio si conoscono pochi dettagli, ma forse già sufficienti a tracciarne un profilo. Classe 1968, è originario di Torino e si muove da anni tra l’imprenditoria, nel campo nei cantieri navali, e la politica.

Da qualche tempo, si è trasferito in Colombia, dove – secondo quanto riportato da Il Giorno – è consigliere della sezione locale del Comites, ossia il comitato degli italiani all’estero. Proprio nello Stato sudamericano, a Cartagena, Silvio Berlusconi avrebbe firmato l’atto già diventato noto come “testamento colombiano”, nello studio della notaia Margarita Rosa Jimenez Najera, addirittura alla presenza di due testimoni.

Le avventure politiche dell’imprenditore

Di Nunzio, però, appare un personaggio ancora più particolare se si rivanga nel suo passato: molti i tentativi da parte sua di tentare la carriera politica, con liste alquanto bizzarre. Il primo sembrerebbe risalire al 2010, quando l’imprenditore si è candidato come sindaco nel comune di Sestriere, per il Movimento Fiamma Tricolore.

L’anno dopo, ha puntato alle comunali di Torino, inventandosi dal nulla la lista Bunga Bunga, poi bocciata. Anche alle elezioni di Borgomasino, cittadina nel Canavese, non ha ottenuto i risultati sperati con il suo Movimento Bunga Bunga-Forza Juve, e si è addirittura rivolto al Tar reclamando che venissero riconteggiati i voti. Nel 2013, ha puntato nientemeno che alla regione Lombardia, presentandosi con una lista che tra i firmatari raccoglieva anche persone analfabete o malate.

Queste sue “manovre” gli sono costate diversi guai con la giustizia: tra tutti, la condanna in primo grado a diciotto mesi di carcere avuta dal 2016 dal tribunale di Torino, per l’accusa di violazione della legge elettorale.

Il caso del “testamento colombiano” di Berlusconi

Il 3 ottobre 2023, dopo non esserci riuscito a Milano, Marco Di Nunzio fa registrare presso un notaio di Napoli un presunto secondo testamento di Silvio Berlusconi. Si tratterebbe di un atto non olografo, sottoscritto due anni fa in Colombia, nel quale il defunto ex premier gli avrebbe intestato il 2% delle azioni della Fininvest, la holding di famiglia, che da sole avrebbero già un valore di 26 milioni di euro, oltre a tutto il pacchetto di azioni della società proprietaria delle ville nelle Antille e tutte le imbarcazioni, compresa la PrincipessaVaiVia.

La famiglia Berlusconi e le autorità italiane nutrono molti dubbi sulla veridicità del documento. In realtà, il pm Roberta Amadeo e il procuratore Marcello Viola già nel mese di luglio avevano aperto un fascicolo per indagare sulla situazione. Nel mese di ottobre, in seguito alla registrazione dell’atto, i giudici hanno iscritto ufficialmente l’uomo nel registro degli indagati, con le accuse di falsità in testamento. E starebbero valutando di aggiungere i reati di truffa e tentata estorsione.

Nonostante questo, Di Nunzio e il suo avvocato Erich Grimaldi continuano a sostenere la loro causa. “La posizione ostile degli eredi ci indurrà, nei prossimi giorni, a depositare innanzi al Tribunale civile di Milano un ricorso per chiedere il sequestro giudiziario del 2% delle azioni Fininvest che, da legato testamentario, dovevano entrare nell’immediata disponibilità del Di Nunzio, come richiesto nell’atto di diffida vanamente recapitato agli eredi” ha annunciato il legale, come riportato da Today.it.