La carriera e la vita privata di Paola Severino, ministra nel governo tecnico guidato da Mario Monti.
Nata a Napoli il 22 ottobre 1948, Paola Severino è un’ex ministra ed è un’accademica italiana, vicepresidente dell’Università LUISS Guido Carli.
Chi è Paola Severino
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università La Sapienza di Roma. Dopo la laurea inizia la sua esperienza accademica. Dopo l’esperienza a Perugia, nei primi anni 2000 diventa Preside della Facoltà di Giurisprudenza alla Luiss. Dal 2016 al 2018 diventa Rettrice dell’Università, della quale diventa poi Vicepresidente.
Severino ha portato avanti anche la sua attività di avvocato. È storia il processo nel quale difese Romano Prodi rimasto coinvolto nella vendita della Cirio. Ma questo è solo uno dei processi di spicco nella carriera di Severino, che ha prestato assistenza legale anche per colossi del calibro di Telecom ed Eni.
Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, Paola Severino ha ricoperto la carica di vice-presidente del Consiglio della magistratura militare. È stata la prima donna a ricoprire questo incarico.
Paola Severino ministra nel governo Monti
Dal 2011 al 2013 Paola Severino è stata ministra della giustizia nel governo tecnico guidato da Mario Monti. Anche in questo caso si tratta della prima donna ad aver rivestito questa carica.
La legge Severino
Storica la legge Severino, così come è passata alla storia, ossia la legge che prevede l’incandidabilità e il divieto di ricoprire cariche di governo (e cariche elettive) per soggetti condannati in via definitiva per delitti non colposi.
Il patrimonio
Stando ai dati relativi al 2012, pubblicati per trasparenza durante la sua esperienza al governo, Severino aveva un imponibile di 7.005.649,00 euro
Il marito e i figli
Della vita privata di Severino si sa poco. Sappiamo che è sposata con Paolo Di Benedetto, che è stato Commissario Consob. I due hanno avuto una figlia.
La malattia
A causa di una grave malattia, Paola Severino ha subìto l’amputazione di un braccio. “So che vuol dire avere a che fare con chi ti guarda e ti chiede: che cosa ha fatto al braccio? O dice: mi farei tagliare un braccio per riuscire a …, oppure ti fissa e non ti toglie gli occhi di dosso […]. Ma chi deve superare un handicap affronta la vita con lo spirito di dire: devo fare tutto, posso fare tutto. Io senza un braccio ho anche giocato a tennis“, aveva dichiarato Severino in un’intervista rilasciata a La Repubblica.