Chi è l’attivista per la giustizia climatica Vanessa Nakate

Chi è l’attivista per la giustizia climatica Vanessa Nakate

“Come possiamo raggiungere la fame zero se il cambiamento climatico sta lasciando milioni di persone senza nulla da mangiare?”: ecco chi è Vanessa Nakate.

L’attivista ugandese Vanessa Nakate che si batte per la giustizia climatica è diventata una celebrità emergendo a seguito della preoccupazione per le temperature troppo alte nel suo paese. Classe 1996 è una giovanissima ragazza che ha fatto sentire la sua voce a conferenze mondiali sui cambiamenti climatici, anche al fianco di Greta Thunberg.

Vanessa Nakate: biografia

Nata Nakate e cresciuta nella capitale dell’Uganda, nel quartiere di Kampala, il 15 novembre 1996. Si è laureata in economia aziendale e marketing presso la Makerere University Business School, la più antica Università dell’Uganda.

Vanessa Nakate: carriera professionale nell’ambito climatico

Sulla scia già disegnata da Greta Thunberg, Nakate avvia nel 2019 un suo movimento per il clima in Uganda, iniziando con uno sciopero solitario contro l‘inazione sulla crisi climatica. Nello stesso anno è stata una dei pochi attivisti a parlare al raduno alla Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambianti Climatici (COP25) in Spagna.

All’inizio di gennaio 2020, insieme ad altri 20 attivisti per il clima giovani di tutto il mondo ha pubblicato una lettera ai partecipanti al World Economic Forum di Davos, nella quale chiedono alle aziende, banche e governi di smettere immediatamente di sovvenzionare i combustibili fossili

Nell’ottobre dello stesso anno ha tenuto un discorso alla Desmond Tutu International Peace Lecture dedicato ai leader mondiali nel quale esorta la necessità di svegliarsi e riconoscere il cambiamento climatico come una crisi, legandolo a povertà, fame, malattie, conflitti e violenza contro donne e ragazze, dichiarando: “Il cambiamento climatico è un incubo che colpisce ogni settore della nostra vita. Come possiamo sradicare la povertà senza guardare a questa crisi? Come possiamo raggiungere la fame zero se il cambiamento climatico sta lasciando milioni di persone senza nulla da mangiare? Vedremo disastri dopo disastri, sfida dopo sfida, sofferenza dopo sofferenza (.. .) se non si fa nulla al riguardo“.

In un intervista al The Guardian nell’ottobre 2021 ha sostenuto che i paesi e le società in gran parte responsabili delle emissioni di gas serra dovrebbero risarcire i paesi e le comunità africane per le perdite derivanti dal cambiamento climatico. Su Democracy Now ha sostenuto che: “Il mio paese dipende fortemente dall’agricoltura, quindi la maggior parte delle persone dipende dall’agricoltura. Quindi, se le nostre fattorie vengono distrutte dalle inondazioni, se le fattorie vengono distrutte dalla siccità e la produzione agricola è inferiore, significa che il prezzo del cibo aumenterà. Quindi solo i più privilegiati potranno acquistare cibo”.  

Nel 2021 ha ricevuto il premio per l’Haub Law Environmental Award in riconoscimento della sua diplomazia cittadina. Ha pubblica il suo primo libro nello stesso anno “A Bigger Picture: My Fight to Bring a New African Voice to the Climate Crisis” tradotto in italiano “Aprite gli occhi. La mia lotta per dare una voce alla crisi climatica”.

La gente in Uganda, in Africa, e in tutto quello che prende il nome di Sud globale sta perdendo case, raccolti, guadagni, e persino la vita, e qualsiasi speranza di un futuro vivibile, e li sta perdendo ora” – dal suo libro.

Vanessa Nakate: vita privata e social media

Della vita privata di Nakate non si conosce molto, la sua figura emerge come attivista e combattente nell’ambito dei cambiamenti climatici, risultando anche suoi profili social. Ha un account su Instagram seguito da 165K followers dove pubblica post inerenti attivismo ambientale e giustizia sociale. Nakate è anche su Facebook e Twitter.

4 curiosità su di lei

  • Per mesi all’inizio della sua attività è stata l‘unica manifestante fuori dai cancelli del Parlamento dell’Uganda.
  • Ha fondato la Gioventù per l’Africa futura e il Movimento Rise Up.
  • è stata una dei cinque delegati internazionali invitati dall’Arctic Basecamp ad accamparsi a Davos durante il World Economic Forum.
  • Fa parte del consiglio della Progressive International, un’organizzazione internazionale che promuove la politica di sinistra progressista. Critica il capitalismo come causa del degrado ambientale.