Dopo operazioni di ricerca durate una notte ed una mezza mattinata, i vigili del fuoco hanno trovato il corpo senza vita del 75enne.
Giacomo Chiapparini è l’infelice protagonista della triste vicenda accaduta nel suo caseifico di Romano di Lombardia, in provincia di Bergamo. L’imprenditore di 75 anni, infatti, è stato ucciso da 25 mila forme di Grana Padano che gli sono crollate addosso ed il suo corpo è stato ritrovato questa mattina dai vigili del fuoco.
Le forze dell’ordine sono al lavoro per capire come sia potuta accadere questa tragedia. Fondamentale, in questo senso, determinare cosa abbia fatto cadere il primo scaffale che ha dato il via all’effetto domino che ha fatto crollare tutti gli altri. Ma chi era l’uomo che ha perso la vita nell’incidente?
La storia di Giacomo Chiapparini
Giacomo Chiapparini è morto facendo quello a cui aveva dedicato la sua vita lavorativa: il 75enne stava sistemando il suo caseificio. La sua azienda portava il suo nome: “Azienda Agricola Chiapparini Giacomo“. L’anziano gestiva l’attività insieme alla sua famiglia, composta dalla moglie Clara, la figlia Mary, il figlio Tiziano ed i nipoti Michael e Gabriel.
“Ogni giorno si mungono mediamente 270 quintali di latte per produrre 50 forme di Grana Padano per un totale di oltre 15 mila forme l’anno“, questa era la potenza dell’azienda di Chiapparini che, anni fa, era partito da una sola stalla con suo padre ed i suoi fratelli.
“Abbiamo una marcia in più sulla qualità del nostro prodotto – aveva raccontato Chiapparini a granapadano.it – proprio perché producendo la materia prima ne abbiamo il controllo completo fino alla trasformazione che viene eseguita nel rispetto rigoroso di tutti i dettami del disciplinare di produzione. Ad esempio il nostro latte non viaggia mai su camion perché esce dalla stalla e finisce subito in lavorazione nel caseificio. Una materia prima letteralmente a km 0“.
