La Gioconda, capolavoro enigmatico di Leonardo da Vince, nasconde un volto maschile? Ecco tutte le “possibili” ipotesi.
Il dipinto della Gioconda, realizzato da Leonardo da Vinci, è senza dubbio uno dei capolavori più enigmatici della storia dell’arte.
Se la tradizione attribuisce il volto a Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, ci sono molte ipotesi alternative. Una tra tutte che in realtà la dama sia un uomo.
Un volto maschile dietro la Gioconda: l’ipotesi di Vincenti
Tra le ipotesi più affascinanti e controverse, riportate da Focus.it, c’è quella proposta dallo storico dell’arte Silvano Vinceti. Lo storico afferma che – secondo lui – la Gioconda potrebbe non rappresentare esclusivamente una donna.
Ma bensì una figura androgina, in parte femminile e in parte maschile. Il modello maschile sarebbe stato Gian Giacomo Caprotti, noto come Salaì, uno degli allievi e assistenti più fidati dell’artista.
L’uomo – con i suoi capelli biondi e i tratti delicati – fu per molti anni il modello preferito dell’artista per figure di santi e angeli, come testimoniato in diverse opere, tra cui il San Giovanni Battista.
Secondo alcuni, la relazione tra Da Vinci e Salaì andava ben oltre il rapporto maestro-allievo. Si è a lungo speculato che fosse l’amante o almeno l’oggetto del desiderio dell’artista.
La teoria più “accreditata”
Secondo la versione più accreditata, è stato Giorgio Vasari – pittore e biografo rinascimentale – a collegare per primo la figura della Gioconda a Lisa Gherardini.
Nella sua opera “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori (1550)“, narra che il dipinto fu commissionato da Francesco del Giocondo, desideroso di immortalare il volto della moglie.
Il nome stesso dell’opera deriva da questo legame. Gioconda, infatti, era il cognome del marito. Nonostante questa testimonianza, però, ci sono diversi elementi che non tornano.
Prima di tutto, Leonardo Da Vinci non consegnò mai il dipinto a Francesco del Giocondo, portandolo invece con sé in Francia quando si trasferì alla corte del re Francesco I nel 1517.
Se fosse stata un’opera commissionata, sarebbe stato logico consegnarla al committente, ma l’artista non lo fece. Questo ha portato molti a ipotizzare che il ritratto non fosse della donna, ma di qualcuno di molto più importante per l’artista.