Bonus 200 euro, chi non lo riceverà e perché

Bonus 200 euro, chi non lo riceverà e perché

Chi sono le categorie di lavoratori e non, che non potranno usufruire del famoso Bonus 200 euro? L’elenco nell’articolo che segue.

In questo ultimo periodo si è tanto parlato del famoso Bonus 200 euro, la manovra del governo inserita nel Decreto Aiuti di cui beneficeranno lavoratori e pensionati. Alcune categorie di persone, tra cui lavoratori e non, sono rimaste escluse dal provvedimento, in quanto non rientrano nei requisiti stabiliti dal Decreto Aiuti per poter beneficiare del bonus.

Ad vere diritto al Bonus 200 euro sono circa 31 milioni e mezzo di italiani. Ma qualcuno è rimasto escluso dal provvedimento. Il governo ha decretato il Bonus 200 euro con lo scopo di aiutare le famiglie italiane durante la grave situazione di crisi a cui stiamo assistendo.

Come già annunciato precedentemente, ad avere diritto al Bonus 200 euro sono coloro che percepiscono un reddito inferiore a 35 mila euro annui. Il bonus arriverà con diverse tempistiche e modalità, in base al lavoro svolto. Il sito Inps ha pubblicato il calendario dei pagamenti e le modalità per richiedere il bonus. Nel link di seguito la circolare con le istruzioni ed i beneficiari:

https://www.inps.it/news/indennita-una-tantum-200-euro-circolare-con-istruzioni-e-beneficiari

L’intervento dei sindacati

I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, sono intervenuti due giorni fa, sollevando la questione degli esclusi dal Bonus 200 euro. Difatti, fino a due giorni fa, il Decreto Aiuti risultava essere ancora modificabile. Ma ad oggi, con la fiducia approvata alla Camera, il testo passerà senza modifiche al Senato dopo il voto finale di lunedì. Per questo motivo non c’è stato niente da fare per quanto riguarda quelle categorie che i sindacati hanno definito “più fragili e bisognose”, che non potranno usufruire del bonus.

A non poterne usufruire, sono coloro che rientrano nelle categorie di:

  • lavoratori precari;
  • lavoratori agricoli;
  • impiegati dello spettacolo che abbiano meno di cinquanta giornate lavorate nel 2021;
  • dipendenti licenziati a giugno e senza contratto a luglio;
  • precari della scuola (qui la spiegazione di cosa è successo);
  • disoccupati che hanno percepito la Naspi fino a maggio.