Come ottenere 150 euro di risarcimento per il pandoro di Chiara Ferragni: l’accordo con il Codacons non convince.
Il caso “Pandoro gate” di Chiara Ferragni sembra finalmente giunto al suo epilogo con il Codacons ha annunciato un accordo con gli avvocati dell’influencer. La notizia principale?
Gli acquirenti del controverso pandoro “Pink Christmas” potranno ricevere un indennizzo di 150 euro. Una cifra che, secondo l’associazione, rappresenta una vittoria per i consumatori, ma che non manca di sollevare dubbi e polemiche.
Dal “Pandoro gate” di Chiara Ferragni all’accordo con il Codacons
Tutto è iniziato durante il Natale 2022, come riportato da Dissapore, quando il pandoro in edizione limitata Balocco griffato Chiara Ferragni è finito sotto i riflettori per il prezzo giudicato spropositato rispetto a un prodotto analogo non marchiato.
Il Codacons, sempre attento ai diritti dei consumatori, aveva sollevato la questione parlando di “pubblicità ingannevole” e “sproporzione di valore“. L’Antitrust si era poi pronunciata con una sanzione a carico del brand.
Adesso, grazie all’accordo extra-giudiziale raggiunto, è stato previsto un risarcimento per tutti gli acquirenti che dimostreranno di aver acquistato il prodotto. “L’accordo con Chiara Ferragni rappresenta un clamoroso successo per tutti quei consumatori che avevano acquistato il pandoro“, ha dichiarato Carlo Rienzi, presidente del Codacons. Ma come richiedere questo “risarcimento“?
Come richiedere l’indennizzo
Per ottenere i 150 euro, è necessario rivolgersi al Codacons. Il processo richiede l’invio di una email o il contatto telefonico diretto con l’associazione. Gli acquirenti devono fornire un documento di identità e una prova di acquisto del pandoro incriminato. In mancanza dello scontrino, si può utilizzare un’autocertificazione scaricabile dal sito del Codacons.
Sebbene l’iter sembri semplice, sorgono alcune criticità. Innanzitutto, il numero di richieste potrebbe sovraccaricare i sistemi, rendendo difficoltoso il contatto. Inoltre, la possibilità di autocertificare senza prova d’acquisto rischia di complicare ulteriormente le verifiche.
Anche i tempi di richiesta potrebbero rappresentare un problema, con una finestra limitata a disposizione degli acquirenti per presentare la domanda. Dettagli come questi potrebbero rendere il risarcimento meno accessibile di quanto annunciato.