Chiara Ferragni, ecco il "prezzo" del Pandoro-gate
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Direttore: Alessandro Plateroti

Chiara Ferragni, il “prezzo” del Pandoro-gate: lite tra soci e il rilancio

Chiara Ferragni

Chiara Ferragni affronta le conseguenze del “pandoro-gate”: Fenice S.r.l. approva un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro.

Le conseguenze del cosiddetto “pandoro-gate” continuano a pesare su Chiara Ferragni (più del gossip con Achille Lauro) e sul suo impero imprenditoriale. La sua società, Fenice S.r.l., che detiene i marchi legati al brand dell’imprenditrice digitale, si trova in difficoltà economiche serie.

Per questo motivo, come riportato da Tgcom24 e Il Tempo, l’assemblea dei soci ha approvato un aumento di capitale di 6,4 milioni di euro. La decisione, tuttavia, non è stata unanime e ha provocato forti tensioni tra gli azionisti, con uno dei soci di minoranza, Pasquale Morgese, che si è opposto fermamente.

Chiara Ferragni
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Il piano di rilancio di Chiara Ferragni

Con l’approvazione dell’aumento di capitale, Fenice punta ora a rilanciarsi attraverso una strategia di diversificazione del business. Secondo il Corriere della Sera, la società starebbe valutando un’espansione nei settori del make-up, della gioielleria e della pelletteria, con particolare attenzione ai mercati internazionali.

Alcuni contatti con potenziali partner sarebbero già stati avviati, ma resta da vedere se questi si tradurranno in accordi concreti. Nel frattempo, le tensioni tra i soci e le azioni legali annunciate da Pasquale Morgese potrebbero complicare ulteriormente il percorso di ripresa della società.

Quanto è costato il “Pandoro-gate”

L’aumento di capitale, deliberato con il voto favorevole di Sisterhood S.r.l. (società di Chiara Ferragni) e di Alchimia Spa (di Paolo Barletta, principale socio con il 40%), rappresenta un passaggio obbligato per evitare il collasso finanziario di Fenice. Chiara Ferragni, che detiene il 32,5% della società, si è detta pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale in proporzione alla propria quota e – se necessario – anche per la parte che non dovesse essere coperta dagli altri soci.

L’assemblea dei soci, presieduta dall’amministratore unico Claudio Calabi – nominato quattro mesi fa proprio per gestire la crisi – ha dato il via libera alla ricapitalizzazione. Ma le tensioni interne restano. Pasquale Morgese, che attraverso le sue società controlla il 27,5% di Fenice, ha espresso forti critiche. Come riportato da Tgcom24 sembrerebbe sia intenzionato a “impugnare la decisione“.

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ultimo aggiornamento: 11 Marzo 2025 15:45

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