Ancora problemi in carcere per Chico Forti. Doppio divieto per l’uomo nella struttura di Montorio, a Verona. Scoppia la polemica.
Sono senza dubbio settimane complesse per quanto riguarda la situazione di Chico Forti. L’uomo si trova in carcere a Verona, a Montorio, ma su di lui ci sono state diverse notizie che lo hanno visto essere protagonista di situazioni poco chiare. In particolare era stato aperto un fasciolo dalla Procura di Verona sul presunto contatto con ambienti legati alla criminalità organizzata a seguito di alcune voci non confermate che avevano coinvolto anche Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli. Ora per Forti una nuova doppia grana che riguarda l’assenza di telefonate e di visite da giorni.
Chico Forti, telefonate sospese e visite vietate
Secondo quanto si apprende da diversi media tra cui Il Gazzettino, a Forti, dallo scorso 2 luglio, sarebbero state vietate le telefonate e contingentate anche le visite in carcere. Sul caso, però, non è ancora chiaro se la scelta sia una diretta conseguenza del fasciolo aperto dalla Procura di Verona sul presunto contatto tra lui e ambienti legati alla criminalità organizzata.
Sempre Il Gazzettino avrebbe poi sottolineato come i legali dell’uomo abbiano parlato all’Ansa dicendo: “Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione”, le frasi di Andrea Radice, che assieme all’avvocato Carlo Dalla Vedova difende Chico Forti, a proposito di questo doppio divieto. Sembra probabile che sia stato posto in essere un contingentamento delle visite su cui, va detto, gli avvocati avrebbero detto di “concordare”, viste le numerose richieste, anche di esponenti politici, per andare a trovare il 65enne trentino.
Il commento dello zio
A Fanpage, invece, ben più duro lo zio di Chico, il signor Gianni: “Abbiamo avuto tante segnalazioni di persone che si sono visti rifiutare la richiesta di incontrare Chico in carcere nell’ultima settimana, da quando è scoppiata la vicenda della fake news. È tutto bloccato ed è rallentata anche un’eventuale progressione del percorso di rientro come detenuto presso il Tribunale di sorveglianza”. E ancora: “Sono amareggiato per questa campagna contro di lui senza una controparte, senza sentire la difesa ancora fango versato per una fake news assurda, mio nipote non ha detto nulla e non sapeva neppure chi fossero Travaglio e la Lucarelli”.