Chikungunya a Bentivoglio: il caso zero è stato identificato come importato. Nessun contagio autoctono, tutti i dettagli.
Nel Comune di Bentivoglio, nel bolognese, l’emergere di un caso di Chikungunya aveva inizialmente fatto temere un’infezione autoctona. Tuttavia, l’Ausl di Bologna ha confermato che “il Dipartimento di Sanità pubblica dell’azienda Usl di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e con il Comune di Bentivoglio prosegue con le azioni previste dal Piano regionale di sorveglianza e controllo delle arbovirosi, già attivate a seguito del caso confermato di infezione da Chikungunya nel comune di Bentivoglio.” Come riportato da andkronnos.com.

Un caso importato, non autoctono: la situazione a Bentivoglio
Le indagini epidemiologiche hanno permesso di identificare il caso zero, ovvero il primo soggetto infettato: “si tratta di una persona rientrata da un viaggio in una zona a rischio. Questo caso viene quindi classificato come caso importato.”
Monitoraggio e profilassi: le azioni sul territorio
La conferma dell’origine esterna del contagio consente di evitare l’allarme per una trasmissione locale del virus. L’Ausl aggiunge: “la scoperta del probabile caso indice consente di circoscrivere meglio l’evento e conferma l’efficacia delle attività di monitoraggio già in corso. Le misure di profilassi proseguono nei prossimi giorni – maltempo permettendo – con interventi di disinfestazione mirata nelle aree individuate. Coinvolti anche i medici della medicina territoriale.”
La Chikungunya è una malattia trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre, e “non si trasmette da persona a persona.” È fondamentale che la popolazione resti vigile e segua le indicazioni: “è importante che la popolazione collabori attivamente seguendo le indicazioni sanitarie e segnalando tempestivamente eventuali sintomi.” Come riportato da adnkronos.com
I sintomi principali includono febbre improvvisa, dolori articolari debilitanti, dolori muscolari, rash cutaneo, mal di testa e affaticamento. Nella maggior parte dei casi, l’infezione è autolimitante, ma il dolore articolare può durare settimane o mesi. In rari casi si sono osservate complicanze gravi, in particolare negli anziani.