Joel Le Scouarnec: condannato il chirurgo pedofilo in Francia
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Bambini anestetizzati e abusati: centinaia di vittime per il “chirurgo diavolo”

ombra di una mano, violenza domestica

Si parla di circa trecento vittime del “chirurgo diavolo” che anestetizzava e violentava i propri pazienti. La scoperta e le conseguenze tremende.

Nelle scorse giornate aveva fatto discutere la storia della infermiera horror in Florida. Ora, dalla Francia, ecco la vicenda legata al “chirurgo diavolo” che nel corso degli anni ha commesso abusi e non solo verso circa trecento vittime tra cui, nella maggior parte dei casi, bambini. Le questioni sull’ex medico chirurgo pedocriminale, Joel Le Scouarnec, sono venute a galla con tanto di gravi conseguenze.

tribunale

Abusi e violenze: la storia del “chirurgo diavolo”

La Francia è rimasta sconvolta dalla storia dell’ex medico chirurgo pedocriminale, Joel Le Scouarnec, 74 anni, coinvolto in un centinaia di casi di stupro e violenze sessuali. Si tratta di ben 299 persone, di cui un’ampia maggioranza di pazienti minorenni al momento dei fatti, tra il 1989 e il 2014, che sono state sue vittime.

L’uomo, ribattezzato come il “chirurgo diavolo”, oltre ad aver abusato delle sue vittime ha raccolto nel suo archivio oltre 300mila immagini e migliaia di pagine con i dettagli di quanto avvenuto.

Le indagini e la condanna

A seguito delle indagini sull’ex medico, la giustizia francese ha optato per la pena massima di venti anni di carcere, a causa della ”particolare gravità dei fatti commessi, sia per il numero di vittime, della loro giovane età e del carattere compulsivo”, ha fatto sapere la corte criminale. Le Scouarnec durante il processo è stato anche riconosciuto responsabile della morte di due vittime, una per overdose e l’altra per suicidio, probabilmente come conseguenze degli abusi subiti.

Durante il processo, l’ex medico aveva detto: “Alla corte non chiedo nessuna mansuetudine. Riconoscetemi semplicemente il diritto di diventare migliore e di riconquistare quella parte di umanità che mi è così tanto mancata”. Secondo quanto si apprende dai media transalpini, l’imputato è sfuggito alla alla cosiddetta ‘detenzione di sicurezza’, una misura che avrebbe permesso di rinchiuderlo in un centro criminale, con rischi elevati di recidiva, tenuto conto, in particolare, della sua ”volontà di riparazione” e dell’età.

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ultimo aggiornamento: 29 Maggio 2025 13:00

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