Chiude l’Area Covid di Codogno, dimesso l’ultimo paziente

Chiude l’Area Covid di Codogno, dimesso l’ultimo paziente

Coronavirus in Italia, chiude l’Area Covid di Codogno, luogo simbolo dell’emergenza sanitaria in Italia.

Chiude l’Area Covid di Codogno, il luogo simbolo, il primo epicentro italiano del dramma della pandemia. A più di un anno di distanza, chiude la prima trincea della storia della pandemia in Italia. Lo annuncia con una certa commozione il Professor Francesco Tursi, referente dell’Area Gialla Covid di Codogno.

Chiude l’Area Covid di Codogno, l’annuncio commosso di Tursi

Oggi si chiude l’Area Covid di Codogno, un giorno che vivo con profonda emozione“, scrive Tursi nella giornata del 4 giugno rivolgendosi ai colleghi e ai pazienti incontrati in questo anno e mezzo di battaglia contro un nemico sconosciuto e subdolo.

Nel corso della sua lunga e toccante lettera il Prof. Tursi si rivolge ai pazienti, ricorda i volti delle persone che sono uscite dall’incubo e che hanno sconfitto il virus, ricorda il sorriso negli occhi delle persone, la speranza, il desiderio di continuare a vivere.

Avete condiviso con noi questo periodo così delicato della vostra vita […], spero che tutti noi siamo stati in grado di essere all’altezza delle vostre aspettative. Posso solo dirvi che noi dell’Area Covid di Codogno ce l’abbiamo messa tutta. Grazie per le numerose testimonianze di affetto nei nostri confronti che ci hanno commosso e gratificato“.

Tursi non dimentica nessuno nella sua lettera che sembra quasi un diario umano dell’emergenza. Il ringraziamento è rivolto a tutti: medici, infermieri, Oss, fisioterapisti. Tutte le persone che per un motivo o per un altro hanno incrociato la loro vita con l’inferno di un punto Covid. Inferno che il calore umano ha saputo trasformare in una sorta di speranza, di barricata, di confine tra la vita e la morte.

Terapia intensiva coronavirus

Codogno luogo simbolo: il luogo dove fu ricoverato il paziente 1

Codogno è il luogo simbolo della pandemia in Italia, dove fu scoperto e ricoverato il paziente 1 alla fine di febbraio di una anno fa. Da quel giorno il nostro Paese si è ritrovato in prima linea in una battaglia senza frontiere, combattuta nelle case e nelle strade, che non ha risparmiato anziani e donne. Che non ha risparmiato nessuno.