Caso Luciani, il mistero dei soccorsi: come mai l’ambulanza è arrivata così tardi

Caso Luciani, il mistero dei soccorsi: come mai l’ambulanza è arrivata così tardi

I dettagli dell’omicidio di Christopher Thomas Luciani a Pescara, l’intervento tardivo dei soccorsi e le indagini in corso sui cellulari.

L’omicidio di Christopher Thomas Luciani ha sconvolto la comunità di Pescara, sollevando domande cruciali sull’efficacia dei soccorsi. Il 16enne di Rosciano è stato accoltellato 25 volte in varie parti del corpo, incluso schiena, fianco e gluteo. L’intervallo di tre ore e mezza tra l’aggressione e l’arrivo dell’ambulanza è al centro delle indagini. Poiché si cerca di capire se una risposta più tempestiva avrebbe potuto salvargli la vita.

camionetta della polizia

Le tempistiche critiche e le telefonate

Le registrazioni delle chiamate al 112 e al 113 offrono una panoramica delle comunicazioni tra i soccorritori. Intorno alle 21 del 23 giugno, un operatore del 112 ha contattato un addetto del 113, segnalando la necessità di un intervento nel parco Baden Powell.

Un ufficiale dei carabinieri, presente sulla scena, ha cercato di gestire la situazione prima dell’arrivo dei soccorsi. La testimonianza del giovane Pietro (nome di fantasia), che ha assistito all’omicidio e ha avvisato il padre, un ufficiale dei carabinieri, è cruciale. Il panico e la confusione del momento hanno ritardato ulteriormente l’arrivo dell’ambulanza, e quando finalmente i soccorritori sono giunti sul posto, era troppo tardi per salvare Thomas. Secondo quanto riportato da ilgiornale.it

L’analisi dei cellulari e le indagini in corso

Gli inquirenti stanno analizzando i cellulari dei ragazzi coinvolti nell’omicidio per ricostruire la dinamica degli eventi e identificare eventuali responsabilità. Gli smartphone dei giovani presenti sulla scena sono stati acquisiti per esaminare messaggi, chiamate e altre comunicazioni che potrebbero fornire indizi sul movente dell’aggressione e sull’entità di eventuali debiti legati al traffico di stupefacenti.

L’obiettivo delle indagini è duplice: chiarire se Christopher avesse un appuntamento con i suoi aggressori e comprendere meglio le circostanze che hanno portato al suo omicidio. Gli investigatori stanno lavorando a stretto contatto con un perito informatico per estrapolare dati dai dispositivi e ottenere un quadro completo delle interazioni tra i ragazzi.

La lentezza dei soccorsi e la complessità delle indagini evidenziano le sfide che le autorità devono affrontare in casi così intricati. Le risposte definitive arriveranno solo con la conclusione dell’autopsia e l’analisi approfondita dei dati raccolti, ma nel frattempo, la comunità di Pescara continua a cercare giustizia per Christopher Thomas Luciani.