Fallimento per il neo presidente Boric. Resterà in vigore quella di Pinochet.
Domenica si è tenuto il referendum in Cile per chiedere se il popolo fosse d’accordo o meno nel cambiare la Costituzione e approvare la nuova promossa dal neo presidente Boric. Il referendum però ha dato esito negativo. Con il 62% di voti ha vinto il “no”. La nuova Costituzione era stata scritta da un’Assemblea costituente eletta dopo le enormi proteste iniziate nel 2019. Resterà in vigore la Costituzione scritta nel 1980 sotto la dittatura militare di Pinochet.
I promotori della nuova Costituzione ritengono il documento responsabile delle grandi diseguaglianze del paese e puntavano ad una spinta progressista del Cile. Ma la maggior parte della popolazione ha rifiutato questo cambiamento. Boric, il neo presidente progressista e di sinistra, il primo dai tempi di Allende aveva puntato molto sulla Costituzione considerandola uno dei passi essenziali per cambiare il paese.
Perché i cileni si sono opposti alla nuova Costituzione
Il nuovo testo prevedeva una maggiore equità tra i cileni rafforzando i diritti dei lavoratori e riconoscendo i popoli indigeni. Puntava inoltre sulla parità di genere nelle istituzioni sia pubbliche e private: il governo di Boric è a maggioranza femminile del resto. Ma gli elettori del “no” si sono opposti con il grande rifiuto a questo cambiamento esultando e manifestando nella capitale Santiago dove ci sono stati anche dei disordini. Il “rechazo”, il rifiuto ha vinto nonostante abbiano solo sei mesi fa votato il presidente Boric e sostenuto il processo che ha portato alla redazione del nuovo testo.
l presidente Boric ha commentato il risultato dicendo che «oggi il popolo cileno ha parlato e lo ha fatto ad alta voce e chiaramente. Ci ha dato due messaggi. Il primo è che amano e apprezzano la loro democrazia. Il secondo è che il popolo cileno non era soddisfatto della Costituzione proposta e, quindi, ha deciso di respingerla in modo netto». Non ha intenzione di fermarsi in questo cambiamento del suo Cile Boric che ha annunciato di riunire i rappresentanti dei partiti politici e delle parti sociali per discutere insieme un nuovo processo di riforma della Costituzione.