Le indagini degli inquirenti hanno portato all’arresto di 16 persone al campo santo di Cittanova: 460 i defunti tirati fuori dai loro loculi.
Una vicenda terribile quella vissuta dalle famiglie di chi aveva sepolto un proprio caro al cimitero di Cittanova, in provincia di Cittanova. Un numero esorbitante di salme, circa 460, sono state spostate o distrutte per anni ed anni per far posto a nuovi defunti.
Le indagini degli inquirenti hanno portato ad un totale di 16 arresti tra cui figurano anche i nomi del vecchio custode del campo santo, attualmente in pensione, e di tre imprenditori locali che amministravano due imprese di onoranza funebri della zona. Gli indagati, complessivamente, sarebbero una settantina.
Una vera e propria associazione a delinquere
Chi è finito in manette, secondo gli inquirenti, si era reso protagonista della creazione di una banda che aveva architettato una gestione parallela del cimitero a quella del comune. Il vecchio custode ed i tre imprenditori sono stati identificati come le figure al vertice di una vera e propria associazione a delinquere.
L’inchiesta, denominata “Aeternum“, era iniziata verso la fine del 2018 quando un cittadino di Cittanova si era accorto che nel tumulo di un proprio caro ci fosse anche una seconda salma. L’organizzazione criminale si sarebbe anche servita dell’aiuto di vari medici legali dell’Asp di Reggio Calabria, chiamati a vigilare sulle estumulazioni.
I 5 dottori finiti ai domiciliari sottoscrivevano regolarmente verbali sulle operazioni che avvenivano all’interno del cimitero e spesso nessuno di loro si recava fisiamente al campo santo per supervisionarle. Ciononostante, i camici bianchi hanno sempre richiesto i rimborsi chilometrici previsti per i servizi sanitari da svolgere in presenza.