La Cina decide di cambiare la storia e cancellare il passato di Hong Kong.
Pechino ha tolto dai libri di scuola il passato coloniale di Hong Kong. La città portuale più famosa della Cina è stata una colonia britannica, sotto il controllo della Regina fino al 1997. Ma il governo cinese ha deciso di cambiare la storia di Hong Kong e cancellare questo suo lungo passato coloniale. Pechino è convinta del fatto che in verità la città non è mai stata sotto il dominio coloniale di Londra.
Questa nuova versione della storia partirà dall’autunno prossimo dove i libri scolastici di Hong Kong non faranno alcun riferimento al periodo coloniale, perché come ritiene Pechino, non c’è mai stato un periodo della storia in cui il porto era parte dell’Impero britannico. Pechino, infatti, non riconosce i trattati stipulati tra Londra e la dinastia Qing.
I trattati vennero stipulati verso la metà dell’800 dopo la Prima e Seconda guerra dell’Oppio. Ma la Cina li ha sempre ritenuti ineguali perché esprimevano la tracotanza occidentale che nel XIX secolo era rappresentata dall’Impero cinese, prima di essere sostituita dalla giovane super potenza: gli Usa. Il governo cinese rimarca così l’avversione contro l’Occidente.
Pechino cancella il passato coloniale della città portuale
Ma c’è un altro motivo per cui Pechino rifiuta i trattati e l’esistenza del passato coloniale di Hong Kong. La Cina pensa che questo riconoscimento del passato sotto l’impero britannico aprirebbe a spinte indipendentistiche da parte della città portuale. Hong Kong ha già manifestato la sua volontà di indipendenza nel 2019. Per questo il governo di Pechino cerca di reprimere ogni possibilità. Intanto dà la responsabilità delle manifestazioni a forze esterne e straniere.
Nei nuovi libri di testo scolastici c’è scritto: “l’aggressione britannica ha violato i principi del diritto internazionale e quindi la occupazione di Hong Kong non dovrebbe essere considerata legale”. Si tratta dell’ennesima strategia di indottrinamento del governo cinese che giustifica questo cambio della storia con l’obiettivo di “proteggere le giovani menti” dalle informazioni “false e distorte” e far crescere cittadini leali e patriottici al Partito comunista cinese.