Gli ospedali sono in forte pressione, come circola sui social, manca ossigeno e non ci sono letti sufficienti. Anche nelle farmacie gli scaffali sono vuoti dopo l’acquisto di scorte di ibuprofene e antipiretici.
Dalla Cina arrivano numeri esorbitanti tra contagi e morti che sembrano riportare al 2020. A quasi tre anni di distanza e una stringente politica anti-contagio come quella dello Zero Covid la situazione non sembra migliorare. Dopo le varie proteste che si sono scatenate nel paese, Pechino ha deciso di ribaltare completamente la situazione e smantellare i covid-center, le app di tracciamento e eliminare i lockdown. Ora la Cina è in preda al caos.
Per quanto i media cinesi provano a minimizzare la cosa e puntare sull’efficacia delle politiche del governo, i numeri mostrano una situazione catastrofica. Gli ospedali sono al collasso e i contagi sono in costante aumento. Il motivo è che repentinamente sono state eliminate le restrizioni antivirus proprio nella stagione invernale con un boom di casi di influenza. La Commissione nazionale per la Salute ha annunciato l’apertura di 14mila cliniche per la febbre in grandi ospedali e di altre 33mila all’interno di ospedali di comunità.
Come poteva gestire meglio la pandemia?
Ma la situazione è destinata a peggiorare perché in Cina sta per arrivare il Capodanno lunare con migliaia di cinesi che si sposteranno dalle province e dalle zone rurali per festeggiare la ricorrenza. Questo porterà il paese a superare un milione di infezioni al giorno, con più di 5.000 decessi giornalieri. Secondo documenti attribuiti alla Commissione sanitaria nazionale cinese, risalenti al 21 dicembre, la Cina ha registrato 248 milioni di contagi da Covid-19 dal primo al 20 dicembre, pari al 17,56 per cento della popolazione totale.
Gli ospedali sono in forte pressione, come circola sui social, manca ossigeno e non ci sono letti sufficienti. Anche nelle farmacie gli scaffali sono vuoti dopo l’acquisto di scorte di ibuprofene e antipiretici. Quello che la Cina poteva fare diversamente per evitare di ritornare al collasso come nel 2020 era insistere sull’immunità di gregge e rendere la vaccinazione obbligatoria per le categorie maggiormente a rischio.