Cina: missione diplomatica in Europa

Cina: missione diplomatica in Europa

Da oggi parte la missione del capo della diplomazia cinese in Europa tra palloni-spia e rinnovo della Via della Seta.

L’ex ministro degli esteri cinese nonché capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi, arriva oggi in Europa. Dl 14 al 22 febbraio sarà in missione in Francia, Italia, Ungheria e Russia. Il diplomatico su invito dei governi» dei quattro Paesi e parteciperà alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania a cui parteciperà anche la vicepresidente degli Usa Kamala Harris. Sarà un evento focale per le tensioni che sono cresciute dopo l’incidente dei palloni-spia tra Usa e Cina.

Le tensioni sino-americane accresciute anche dall’accusa di Pechino, potranno essere sciolte proprio alla conferenza di Monaco dove Wang Yi, uno degli uomini più vicini a Xi Jinping, ribadirà l’impegno della Cina «per lo sviluppo pacifico», sottolineato dal XX congresso del Pcc. Il viaggio del diplomatico cinese avrà un ruolo fondamentale in Russia ma anche nei due paesi occidentali come Francia e Italia. Questa visita rappresenta una ripresa dei contatti tra Roma e Pechino e potrebbe aprire la strada alla visita della premier Giorgia Meloni a Pechino, invitata da Xi al G20 di Bali.

Giorgia Meloni-Xi Jinping

In bilico la questione della Via della Seta

Uno degli argomenti centrali tra Roma e Pechino è il memorandum sulla Via della Seta. Entro fine anno il governo dovrebbe decidere se rinnovare o abbandonare il memorandum d’intesa e informare la Cina. La premier Meloni ha ribadito più volte l’intenzione di uscire ma deve decidere in fretta altrimenti si rinnoverebbe automaticamente a marzo 2024. Già durante il governo Draghi c’era stato un allentamento riguardo a questo accordo.

L’intenzione delle economie occidentali è quello di sganciarsi progressivamente dalla Cina. Dall’altra parte Pechino spera un rinnovo dell’accordo sulla nuova Via della Seta. Contrari a questo accordo siglato dall’Italia, unico paese occidentale ad avere un simile accordo con la Cina, Washington e Bruxelles, e le tensioni di questo periodo non promettono bene per Pechino.