La diminuzione della natalità in Cina sta provocando anche un conseguente rallentamento del Pil: conseguenze anche sulla borsa Ue.
In seguito al processo di retrocessione del Pil in Cina, anche la borsa dell’Unione europea ha risentito del duro colpo. Nel Vecchio Continente gli investitori aspettando trepidanti il dato dell’indice Zew dalla Germania. Il prezzo del gas ha registrato un lieve calo, toccando i minimi da 16 mesi. Per quanto riguarda il petrolio il prezzo è in lieve aumento.
Le cause della retrocessione
L’andamento della situazione attuale, tra Covid e guerra tra Russia e Ucraina, pone negli investitori il timore di un rallentamento della crescita economica. Le borse europee stanno risentendo della frenata sul Pil da parte della Cina.
Nella fattispecie, stando ai dati a Milano il Ftse Mib apre a +0,22%, il Dax di Francoforte a +0,06%, il Cac 40 di Parigi a +0,02%, l’Ibex 35 di Madrid a +0,13% e il Ftse 100 di Londra a -0,06%. Segnalata la chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei a +1,23%.
La popolazione in Cina ha segnato un importante calo per la prima volta dal 1961. In questa situazione, la popolazione cinese teme un blocco della crescita demografica. Durante il 2022 il tasso di natalità in Cina ammontava a 6,77 nascite ogni 1.000 donne. Si tratta di un dato senza precedenti, al minimo storico.
Ma oltre al rallentamento demografico, la Cina subisce anche un rallentamento del Pil relativo al quarto trimestre a causa dell’incremento dei casi di positività da Covid. Dati alla mano, lo scorso anno è terminato con una crescita del +3%. Si tratta di uno tra i dati più bassi degli ultimi cinquanta anni. A peggiorare la situazione il decremento delle vendite al dettaglio, che sono scese dell’1,8% a dicembre dello scorso anno. Si tratta comunque di una previsione migliore di quella fatta in precedenza dagli economisti, che attendevano un -9%.