Forte declino per la Cina la cui popolazione si vede diminuire per la prima volta in sessant’anni. Contrazione anche del Pil.
Crollo demografico dal 1961 e Pil ai minimi da 40 anni. Il bilancio in nero per la Cina frutto delle conseguenze della pandemia. Il Covid sta mettendo in ginocchio il paese, nonostante il colosso asiatico provi a nascondere i dati reali. Oltre alla perdita consistente della popolazione le conseguenze per l’economia sono devastanti.
La Cina ha registrato un Pil in rialzo del 2,9% nell’ultimo trimestre del 2022, per una crescita del 3% nell’intero anno. Questi dati mostrano i minimi storici che da oltre 40 anni la Cina non raggiungeva. Il motivo è in buona sostanza legata al Covid e alla strategia Zero Covid messa in atto da Pechino che ha rallentato la domanda estera e ha messo in crisi l’export tutto il mercato. Non crolla solo il Pil, ma raggiunge livelli storici anche il dato demografico. Per la prima volta dal 1961, la Cina registra un calo della popolazione.
Crollo demografico della nazione più popolosa al mondo
Il paese più popoloso del mondo frena la sua crescita demografica a causa delle migliaia di morti che si stanno verificando nel paese a causa del Covid ma anche per l’invecchiamento della popolazione. “Alla fine del 2022, la popolazione nazionale era di 1.411,75 milioni”, ha affermato l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, aggiungendo di stimare “un calo di 850 mila rispetto al dato della fine del 2021”.
Dopo decenni di politica del figlio unico, dove si chiedeva alla popolazione di non fare figli ora il governo cinese sta spronando i cittadini ad avere più figli per fronteggiare la crisi demografica del paese. Hanno puntato su politiche per la natalità, su incentivi, sussidi e agevolazioni fiscali. In alcune province esistono pagamenti in denaro ai genitori che decidono di avere il secondo o terzo figlio.