Cina: stop al protocollo Zero Covid, cambiano le norme

Cina: stop al protocollo Zero Covid, cambiano le norme

Nell’ultima settimana la Cina ha deciso di voltare pagina: stop al terrorismo psicologico e alle politiche restrittive.

Se prima il Covid era definito con un tasso di pericolosità allarmante, nell’ultima settimana il partito comunista cinese ha riconosciuto la ridotta capacità del nuovo coronavirus di causare malattie. Così, dopo anni di terrore e proteste per le politiche restrittive (sullo sfondo le preoccupazioni finanziarie), la Cina abbandona il protocollo Zero Covid mirando ad un ritorno alla normalità.

Protesta

L’andamento pandemico in Cina non è così preoccupante da dover adottare cure speciali a quei pazienti che risultano positivi. I numeri non allarmano e si decide di abbandonare il protocollo Zero Covid, ma anche grazie alle proteste contro le politiche restrittive. I casi sintomatici potranno curarsi in casa con terapie domiciliari, e l’isolamento si fermerà a 5 giorni. Un grande passo in avanti verso la convivenza con il virus.

Cosa cambia?

“La maggior parte dei casi sono infezioni asintomatiche e casi lievi che non richiedono cure speciali. Le persone asintomatiche e i casi lievi possono essere isolati a casa ed essere trasferiti in ospedale solo se le loro condizioni peggiorano”, afferma in una nota la Commissione sanitaria nazionale.

Rispetto alla norma precedente che prevedeva l’obbligo di portare i positivi nei reparti d’isolamento, ora il rischio di contagio sarà definito a livello di edifici e i complessi residenziali non dovrebbero più essere sigillati. Inoltre, verrà ridotta la richiesta di sottoporsi a test anti Covid, e i test molecolari saranno richiesti solo nelle aree ad alto rischio.

Sarà possibile viaggiare all’interno del Paese senza dover presentare un test negativo da meno di 48 ore, e non sarà richiesto alcun test nemmeno all’arrivo. Test negativi saranno richiesti solo per ospedali, scuole e case di riposo