Torna la paura, test su variante killer del Covid: "Mortale al 100%"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Torna la paura, test su variante killer del Covid: “Mortale al 100%”

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La Cina sperimenta una variante letale del Covid, che mostra un tasso di mortalità del 100% nei topi “umanizzati”.

I ricercatori cinesi hanno sperimentato una variante del Covid, denominata GX_P2V, che ha causato la morte di tutti i topi “umanizzati” infettati entro otto giorni. I roditori erano stati geneticamente modificati per esprimere il recettore ACE2 umano, al fine di valutare la capacità del virus di causare malattie negli esseri umani.

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Covid, una variante mutata e pericolosa

La variante GX_P2V è una mutazione del coronavirus GX/2017, correlato al SARS-CoV-2 e identificato nei pangolini prima della pandemia di Covid. Conservato in un laboratorio di Pechino, il virus si è adattato alla coltura cellulare, evolvendo in una forma mutata con una delezione di 104 nucleotidi all’estremità 3’-UTR del suo RNA.

Dalla ricerca del College of Life Science and Technology, dell’Università di tecnologia chimica, sono emersi alti livelli di carica virale nel cervello dei topi, suggerendo che la causa della loro morte possa essere collegata a un’infezione cerebrale.

“Il coronavirus del pangolino correlato alla SARS-CoV-2, GX_P2V (short_3UTR) ha provocato una mortalità del 100% nei topi hACE2, potenzialmente collegata all’insorgenza di un’infezione cerebrale tardiva”, affermano i ricercatori dalla Cina.

Cosa ne pensano gli esperti?

Lo studio condotto dalla Cina, di conseguenza, ha sollevato preoccupazioni nella comunità scientifica, evidenziando il rischio di trasmissione di GX_P2V agli esseri umani e fornendo un modello unico per comprendere i meccanismi patogeni dei virus correlati al SARS-CoV-2.

Il dottor Gennadi Glinsky, professore in pensione della School of Medicine di Stanford, tuona con un post su X: Questa follia deve essere fermata prima che sia troppo tardi”. Da Londra, il professor Francois Balloux, esperto di malattie infettive dell’University College, ha descritto la ricerca cinese come uno studio terribile, totalmente inutile scientificamente”.

D’altra parte, Richard Ebright, chimico della Rutgers University di New Brunswick, sostiene che “il preprint non specifica il livello di biosicurezza e le precauzioni utilizzate per la ricerca”, la cui assenza “solleva la preoccupante possibilità che parte o tutta questa ricerca, come la ricerca a Wuhan nel 2016-2019 che probabilmente causò la pandemia di Covid-19, sia stata condotta in modo sconsiderato senza il contenimento minimo di biosicurezza e le pratiche essenziali per la ricerca con un potenziale agente patogeno pandemico”.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 24 Gennaio 2024 16:27

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