Covid: morte 60.000 persone in un mese in Cina

Covid: morte 60.000 persone in un mese in Cina

Il bollettino ufficiale della Cina include solo i decessi che sono conseguenza diretta del Covid e non di altre malattie.

Dopo l’allentamento della politica Zero Covid e l’eliminazione di alcune restrizioni, la Cina aveva deciso di annullare la comunicazione dell’andamento dei casi e dei decessi. Eppure crematori e ospedali iniziavano a rischiare il collasso già settimane fa. Per la prima volta, oggi 14 gennaio, il Paese ritorna a chiarire la situazione sanitaria che ha registrato quasi 60.000 decessi a causa del Coronavirus.

Coronavirus

Richiesta di trasparenza

Le decisioni prese da Pechino di non comunicare più i dati giornalieri dei contagi hanno spinto molti Paesi a imporre restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina. Molti i dubbi sulla trasparenza dei numeri e sulla reale condizione della circolazione del virus nel paese, per cui gli altri Stati hanno chiesto di condividere più dati con il resto del mondo.

Dall’ultimo allentamento delle restrizioni Covid deciso dal governo, per la prima volta la Cina torna a comunicare un primo grande bilancio delle vittime. Sarebbero quasi 60.000 persone morte a causa del virus nel Paese, nelle ultime cinque settimane. Le vittime sono state persone con patologie croniche come cancro o malattie cardiovascolari.

Il bilancio delle vittime

Jiao Yahui, capo dell’Ufficio dell’amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale, conferma che tra l’8 dicembre 2022 e il 12 gennaio 2023 ci sono stati esattamente 59.938 morti: 5.503 decessi sono dovuti a insufficienza respiratoria innescata dall’infezione, mentre altri 54.435 sono i casi di decessi legati al Covid.

Il bilancio delle vittime in Cina tuttavia non conteggia anche le morti legate a patologie di altro tipo, se non di cancro o malattie cardiovascolari. L’età media di coloro che sono deceduti era di 80,3 anni e il 90% aveva un’età pari o superiore a 65 anni.