Cinema, ritorna l’obbligo di uscita in sala prima dello streaming

Cinema, ritorna l’obbligo di uscita in sala prima dello streaming

Cinema, obbligo di uscita in sala prima dello streaming per i film che ricevono i contributi dallo Stato. Anec protesta.

ROMA – Obbligo di uscita in sala prima dello streaming per i film che ricevono i contributi dallo Stato. La nuova norma è stata inserita nel decreto finestre firmato dal ministro Franceschini.

Il provvedimento prevede che fino al 31 dicembre i film potranno essere messi a disposizioni dello streaming solo 30 giorni dopo l’uscita al cinema. Il decreto sospende tutti gli accordi firmati con le piattaforme prima del 2 maggio. Una decisione che è stata fortemente contestata dall’Anec.

Franceschini sul decreto: “Regole per evitare che il cinema italiano sia penalizzato”

A difendere il provvedimento il ministro Franceschini. “In questa fase di ripartenza – la posizione del dem – è fondamentale sostenere le sale cinematografiche e allo stesso tempo riequilibrare le regole per evitare che il cinema italiano sia penalizzato rispetto a quello internazionale“.

Dario Franceschini

Anec: “Provvedimento inaccettabile”

Il provvedimento è stato duramente criticato dall’Anec. L’Associazione ha giudicato il decreto inaccettabile. “Si tratta di una misura – ha spiegato Mario Lorini, riportato da La Repubblica che intende porre un equilibrio fra i film italiani e internazionali, dimenticando però che in sala sono pianificati, per i primi mesi e salvo occasionali eccezioni, solo film di produzione straniera […]. Se di riequilibrio si deve parlare, allora da giugno il Ministro proceda con provvedimenti per portare in sala i film italiani, così come pianificato con quelli internazionali […]“.

Le sale stanno riaprendo – ha aggiunto – ma il cinema italiano è il grande assente per la ripartenza. Nonostante i continui proclami di numerose produzioni, attori e registi con prodotti pronti, l’urgenza a quanto pare è garantirne la tutela per i prossimi 8 mesi, consapevoli che per i prossimi 3-4 mesi il numero di titoli italiani che approderà nelle sale sarà solo marginale“. E le critiche al ministro Franceschini per questo decreto non mancano.