Caso Grillo jr, la vittima in lacrime: "Non riuscivo a muovermi"
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Caso Grillo jr, la vittima in lacrime: “Non riuscivo a muovermi”

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La vittima dello stupro di gruppo scoppia a piangere e l’udienza si ferma: le accuse contro Grillo e i suoi amici son pesantissime.

Si è tenuta oggi, martedì 7 novembre, l’udienza decisiva del processo per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo – figlio di Beppe Grillo – e i suoi tre amici: Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Al centro la testimonianza di Silvia, la giovane che nel 2019 ha presentato la denuncia contro i quattro ragazzi.

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La vittima piange in Aula

In aula al tribunale di Tempio Pausania, era presente Silvia (nome di fantasia), che ha raccontato la sua versione dei fatti della serata del 16 luglio 2019, quando è successo tutto. La ragazza ha cercato di rispondere alle domande del Procuratore Gregorio Capasso e il Presidente Marco Contu, assistita dagli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano.

“Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata“, racconta la ragazza tra le lacrime. Dopo aver conosciuto i quattro genovesi durante una serata al Billonaire di Porto Cervo, bevendo qualche drink insieme, poi la giovane li aveva seguiti in casa Grillo.

Qui, è stata costretta a bere vodka con la violenza. E’ stata lei stessa a denunciare l’accaduto poi il 26 luglio 2019, recandosi al Comando della Stazione Carabinieri di Milano Porta Garibaldi. Vennero fuori ben oltre 200 pagine, il cui contenuto sarà oggetto di discorso in questi giorni.

Le accuse contro Grillo e i suoi amici

Rispondendo alle domande dei pm, Silvia è apparsa molto provato. Tra una confessione e l’altra, infatti, le è stata concessa una breve pausa per potersi riprendere emotivamente.

Intanto si attende la deposizione della vittima, che accusa e racconta quanto avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019, nella villetta a schiera di Porto Cervo. Tra le accuse al momento si legge: “costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo dai quattro indagati che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisicadel momento.

La testimonianza dell’amica: “Potere maschile su di me”

Nelle settimane scorse, è arrivata anche la testimonianza dell’amica della ragazza italo-norvegese, anche lei presunta vittima di abusi da parte del gruppo. Roberta punta il dito contro Ciro Grillo e i suoi amici, che le avrebbero scattato delle foto hot mentre dormiva.

“Per quei ragazzi non ero una persona ma solo un oggetto. Si sono comportati come se non avessi un nome. Ero semplicemente un divertimento per loro. Un qualcosa che dimostrava il loro potere maschile su di me“, dichiara la giovane.

“Quando ho saputo che mi sono state scattate foto hard mentre dormivo mi sono sentita come se al mondo non ci fosse sicurezza, come se fosse una cosa che potrebbe succedere tante altre volte. Chi commette questi atti sente di avere il potere sulla vittima”, chiosa.

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ultimo aggiornamento: 7 Novembre 2023 17:30

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