A causa della forte siccità è riemersa dalle acque un’antica città in Iraq.
La siccità sta colpendo duramente tutto il pianeta, non solo il nostro paese. Le alte temperature e le scarse piogge stanno portando conseguenza devastanti. Tutto effetto del cambiamento climatico. Ma in questa tragedia c’è una nota positiva per la storia e l’archeologia. In Iraq, infatti, è riemersa un’antica città. L’Iraq è uno dei paesi più colpito dalla grande siccità, come hanno dimostrato le tempeste di sabbia che si sono abbattute nei mesi scorsi.
Questa siccità ha portato però al riaffiorare dei resti di un’antica città oramai sommersa da tempo dal bacino idrico di Mosul. Le scarse piogge dell’inverno hanno costretto a prelevare per l’agricoltura in difficoltà grandi quantità di acqua dal bacino che è la riserva idrica più grande del paese. Questo ha portato ad avere livelli molto più bassi della media e di altri periodi di siccità da permettere agli archeologi di studiare e mappare per bene la città riemersa.
La storia che riemerge dall’acqua
Ancora non è certa l’origine della città e a che epoca risale ma è certo che fu scoperta già negli anni ottanta quando costruirono la diga di Mosul sul fiume Tigri. Secondo gli archeologi che stanno analizzando i resti riemersi della città della Mesopotamia ipotizzano che si tratta della città di Zakhiku, un importante centro per il commercio durante l’impero dei Mitanni. Questi furono una popolazione della Mesopotamia settentrionale che visse il periodo di massimo splendore attorno al 1.500 avanti Cristo.
Da quanto hanno comunicato gli studiosi, la città potrebbe essere stata distrutta da un terremoto intorno al 1350. Inoltre, gli archeologi hanno osservato come le mura si siano conservate in modo ottimale nonostante siano state sommerse per anni sott’acqua. Tra le varie cose hanno trovato vasi in ceramica che contenevano più di cento tavolette cuneiformi di argilla risalenti al periodo medio-assiro. Da queste tavolette potrebbero emergere altre informazioni utili sulla storia della città.