Da prima della guerra in Ucraina, una centrale di Civitavecchia aveva ripreso la produzione a carbone prima del caro bollette.
Alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina e con la conseguente crisi energetica, la centrale Enel di Torrevaldaliga di Civitavecchia ha dovuto incrementare la produzione elettrica a carbone. Utilizzate fino a tre tonnellate di combustibile fossile.
A causa dell’emergenza gas, si sta tornando alle centrali a carbone. Il fenomeno si sta verificando in quasi tutti i Paesi dell’Europa: anche l’Italia si è adoperata per rimettere in moto le vecchie centrali a carbone. Secondo quanto stabilito nel piano di emergenza, il governo ha decretato che le centrali ancora in funzione debbano aumentare la produzione di energia elettrica.
Il ministro uscente della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha stabilito un aumento negli acquisti delle materie prime. Ma già da prima della guerra tra Russia e Ucraina, in Italia una centrale aveva già ripreso a funzionare molto prima del caro bollette a cui oggi stiamo assistendo.
Parliamo della centrale di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia, che si trova a 70 chilometri da Roma. Ma in questa situazione i cittadini sono preoccupati per la loro salute. In merito alla questione si è espresso il dottor Giovanni Ghirga, che da tempo si occupa di studiare i dati sulla mortalità a Civitavecchia.
Il parere degli esperti
Giovanni Ghirga, tra le altre qualifiche, è anche un pediatra, ed è referente locale e membro del comitato scientifico dell’Associazione medici per l’ambiente (Isde), nonché esperto degli effetti del carbone sulla salute. Stando ai dati riscontrati nel territorio di Civitabecchia, la zona sarebbe al primo posto nel territorio laziale per mortalità causata da tumori di ogni tipo.
Dal tumore ai polmoni, ai reni, all’intestino. Anche il Dipartimento epidemiologia e prevenzione (Dep) della Regione ha confermato la situazione. Secondo Giovanni Ghirga, “Vivere in prossimità di una centrale elettrica a carbone aumenta il rischio di essere affetti da disturbi e disabilità del neurosviluppo. Queste malattie hanno un prezzo, un costo per la sanità pubblica”.
Legambiente ha scritto in un comunicato redatto nel 2019: “La centrale di Torrevaldaliga Nord, secondo gli ultimi dati prevenienti da Bruxelles, è al primo posto tra gli impianti italiani per emissioni, perché nel 2018 ha prodotto 8,1 milioni di tonnellate di CO2. Nel Lazio, secondo il registro europeo delle emissioni E-PRTR, su 11.409.000 tonnellate di CO2 derivante da 9 impianti di produzione energetica da fonti fossili, il 78% proviene dalla Centrale Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia, l’11,2% del totale nazionale”.