Classi pollaio: il governo vuole eliminare 500 scuole

Classi pollaio: il governo vuole eliminare 500 scuole

Anziché ridurre il numero di alunni nelle classi, si sceglie di ridurre il numero di scuole italiane: “Una logica senza senso”.

Sono diversi i problemi che albergano nelle scuole italiane, dagli edifici che cadono a pezzi alla scarsità di strumenti tecnologici. Ma a far discutere di più sono soprattutto le classi pollaio (contenenti oltre il limite di alunni previsto dalla normativa scolastica) le cui condizioni potrebbero migliorare grazie ai fondi del Pnrr. Ma la decisione del governo Meloni ha fatto discutere.

Scuola

“Una logica non condivisibile”

Invece di intervenire sul sovraffollamento delle classi, il governo annuncia di ridurre le scuole italiane perché, secondo secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio 2023, in otto anni verranno eliminate oltre 500 scuole sul territorio nazionale.

“Scegliere di ridurre il numero di scuole piuttosto che ridurre il numero di alunni per classe è una logica non condivisibile e dimostra la poca lungimiranza del ministero”, ha tuonato Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola.

330 scuole in meno in 3 anni

I tagli più significativi avverranno al Sud, dove nei prossimi tre anni ci saranno almeno 330 scuole in meno, come spiega Movimento 5 Stelle. Parlando di progetto “spacca Paese”, il Pd sottolinea come la riduzione delle scuole porterebbe automaticamente a meno lavoro, classi più affollate, ma soprattutto un più alto tasso di abbandono scolastico soprattutto nei territori disagiati.

Delle istituzioni scolastiche italiane presenti in Italia, quelle sottodimensionate (con meno di 500 studenti) sono destinate alla chiusura. Secondo il Ministero dell’Istruzione a settembre 2022 risultavano 151 istituzioni scolastiche sottodimensionate: 28 in Campania, 22 in Calabria e 14 nelle Marche.