Basta risse in Senato: arriva il nuovo codice di comportamento

Basta risse in Senato: arriva il nuovo codice di comportamento

Approvato il nuovo codice di comportamento del Senato: basta risse e regali.

Il consiglio di presidenza del Senato ha approvato il nuovo codice di comportamento per i senatori. Il testo disciplina il comportamento in aula e fuori, come l’uso delle email. Le nuove regole infatti invitano ad evitare email “fuori contesto” e i regali inappropriati. Secondo il codice i senatori della Repubblica verificano che il valore dei doni accettati sia conforme alle consuetudini di cortesia”.

Il codice è composto da otto articoli disciplina i parlamentari stringendo sui comportamenti poco consoni come striscioni e altre provocazioni inappropriate e soprattutto risse e scontri fisici. Inoltre, prevede che “in nessun modo la carica di senatore può esser utilizzata per ottenere vantaggi finanziari diretti o indiretti o altri benefici la cui accettazione potrebbe determinare una alterazione della libertà di mandato così come previsto dall’articolo 67 della Costituzione“.

Come chiarisce l’art. 2, i senatori devono esercitare la loro funzione “agendo con disciplina e onore, nel rispetto dei principi di trasparenza, integrità e responsabilità, al fine di prevenire qualsiasi azione o comportamento che possa compromettere il prestigio del Senato”.

Senato

Le regole del codice non piacciono al Movimento

Regole previste anche per i lobbisti, il codice infatti prevede un registro per i lobbisti che intendono rappresentare al Senato interessi di categoria. Viene introdotta, inoltre, la possibilità di sanzioni disciplinari (come quella della sospensione delle sedute) per i membri del Senato che violino le previsioni del codice.

Anche sul codice di comportamento il Movimento 5 Stelle si oppone. Le proposte di emendamenti del M5S sono state tutte bocciate, specie quelli di Bottici che sottolinea le richieste del Movimento. I pentastellati chiedevano che “nessun interesse privato dovesse influenzare indebitamente l’esercizio delle funzioni istituzionali; che fosse obbligatorio dichiarare tutte le attività patrimoniali, finanziarie e gli eventuali altri incarichi nel settore pubblico o privato; una dichiarazione dei finanziamenti eventualmente ricevuti oltre il tetto dei 3mila euro annui, il rifiuto di regali eccedenti il valore di 250 euro”.