Colera: l’Istituto Superiore della Sanità conferma il caso, ecco l’origine

Colera: l’Istituto Superiore della Sanità conferma il caso, ecco l’origine

Un uomo rientrato dalla Nigeria è risultato positivo al colera a Brescia. Le autorità sanitarie confermano che si tratta di un caso importato.

Negli ultimi giorni, l’attenzione delle autorità sanitarie si è concentrata su un caso sospetto di colera a Brescia. Il colera è una malattia infettiva acuta, causata dal batterio Vibrio cholerae, capace di provocare violente diarree e una rapida disidratazione.

Ospedale

Il contesto globale del colera

Sebbene in Italia sia estremamente raro, la patologia continua a rappresentare un grave problema sanitario in molte parti del mondo, in particolare in zone con scarse condizioni igienico-sanitarie. La trasmissione avviene principalmente attraverso il consumo di acqua o cibi contaminati, rendendo la prevenzione strettamente legata alla qualità delle risorse idriche e alle pratiche igieniche della popolazione.

Il colera rimane endemico in diverse regioni dell’Africa, dell’Asia e in alcune aree dell’America Latina, dove le infrastrutture sanitarie non riescono sempre a garantire acqua potabile e adeguati servizi igienici.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno si registrino milioni di casi nel mondo, con decine di migliaia di decessi, specialmente in situazioni di emergenza umanitaria come conflitti o disastri naturali. Per contenere la diffusione della malattia, sono fondamentali strategie di prevenzione come il miglioramento dell’accesso all’acqua sicura, la corretta gestione dei rifiuti e campagne di vaccinazione mirate nelle zone più a rischio.

Il caso confermato a Brescia

A Brescia, un uomo rientrato dalla Nigeria il 29 gennaio ha manifestato sintomi gastrointestinali non appena arrivato in Italia. Ricoverato presso la Fondazione Poliambulanza, è stato sottoposto a test specifici che hanno confermato la positività al Vibrio cholerae sierogruppo O1, sierotipo Ogawa, un ceppo in grado di produrre l’enterotossina responsabile della malattia.

L’Istituto Superiore di Sanità ha ufficializzato il caso, sottolineando però che l’infezione non è autoctona: il paziente ha contratto il batterio all’estero prima di giungere nel nostro Paese. Attualmente si trova in terapia intensiva in prognosi riservata, ma è vigile. L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) di Brescia ha immediatamente avviato l’indagine epidemiologica, individuando e monitorando tutti i contatti stretti del paziente, che per ora non mostrano alcun sintomo. Le autorità sanitarie hanno già predisposto le misure necessarie per scongiurare qualsiasi rischio di diffusione della malattia. Come riportato da rainews.it