Collaboratore italiano dell’Onu morto in Colombia. Aperta un’indagine.
ROMA – Un collaboratore italiano dell’Onu è stato trovato morto in Colombia nella giornata di mercoledì 15 luglio 2020. Un decesso che, inizialmente, le autorità locali avevano archiviato come suicidio, ma i tagli sul polso hanno portato gli inquirenti ad effettuare degli accertamenti e ad aprire un’indagine per omicidio.
In corso tutti gli approfondimenti del caso con la Farnesina che ha attivato i contatti con i responsabili della missione dell’Onu e il Consolato italiano per avere maggiori informazioni su quanto accaduto.
La morte
La morte è avvenuta il 15 luglio con i genitori che sono stati avvisati da una telefonata di una responsabile dell’Onu. Sin da subito si era parlato di un suicidio anche se la madre non ha mai pensato ad un gesto volontario da parte del figlio.
“Mi sento sporco, ho voglia di lavarmi nel mare di Napoli“, queste le parole del giovane collaboratore raccontate alla madre poco prima della sua scomparsa e citate dal Corriere della Sera. I profondi tagli presenti ai polsi hanno fatto pensare sin da subito ad una ricostruzione diversa da quella di un semplice suicidio. L’indagine è stata aperta per omicidio con le autorità colombiane che stanno effettuando tutti gli approfondimenti del caso per cercare di ricostruire meglio quanto successo.
De Magistris: “Aspetti inquietanti e sinistri”
La famiglia del giovane si è rivolta subito alle autorità italiane per cercare di chiarire la dinamica della morte del figlio. La Farnesina ha attivato i contatti con l’Onu e il Consolato italiano per avere tutte le informazioni.
“Aspetti inquietanti e sinistri – ha detto il sindaco Luigi De Magistris riportato dal quotidiano italiano – come amministrazione vigileremo con massima attenzione affinché la vicenda non venga archiviata come molte, troppe, altre accadute in modo simile“. E il Governo è chiamato ad una risposta immediata per non avere un nuovo caso Regeni.