Il destino incerto del Monte dei Paschi di Siena.
Il Monte dei Paschi di Siena continua a cadere in borsa; anche oggi un nuovo crollo delle azioni ha portato il valore della banca più antica del mondo vicino ai suoi minimi storici. Ma quali sono le pressioni che gravano sulla “barca”? Sicuramente, la crisi economica italiana e le incerte prospettive dei tassi di interesse, il costo del denaro e la contrazione, soprattutto del credito, che sta completamente strangolando imprese e famiglie. La banca risente di tutto questo, ma soffre soprattutto delle incertezze sulla vendita.
Il governo, sebbene abbia già dato incarico di cercare degli advisor per vendere la banca, sembra molto confuso. Si parla di un iniziale 15% in vista di una liquidazione totale del capitale e dell’uscita dello Stato dal Monte dei Paschi di Siena. Ma per finanziare cosa? Probabilmente la spesa, e questo è sicuramente l’aspetto più deleterio della vicenda.
Senza contare un altro aspetto: annunciare prematuramente la vendita di una banca significa sostanzialmente allontanare i possibili compratori. Già ci aveva provato Draghi, senza successo, con il Credito. Adesso ci vuole riprovare nuovamente il governo, e sappiamo che ci sono forti divisioni all’interno dello stesso, fra la Lega e, soprattutto, Forza Italia su quelli che devono essere i tempi della privatizzazione.
Cosa succederà? È difficile, in queste condizioni, pensare che il governo possa convincere qualche banca a comprare il Monte dei Paschi di Siena in questo momento, soprattutto per un motivo: nessun compratore sarebbe disposto a mettere un gettone sul tavolo sapendo che il governo sarà comunque costretto a vendere la banca entro la fine dell’anno prossimo.
Quindi, attenzione alle parole e soprattutto ai tempi. Questo è un momento difficile per il paese; serve prudenza e, sicuramente, vendere una banca per fare cassa non è la strada migliore.