Colpo basso del centrodestra: dopo Meloni, anche Tajani rompe il silenzio elettorale
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Direttore: Alessandro Plateroti

Colpo basso del centrodestra: dopo Meloni, anche Tajani rompe il silenzio elettorale

Antonio Tajani

Elezioni Abruzzo, silenzio elettorale infranto: dopo la premier Giorgia Meloni, arriva anche Tajani.

Dopo la premier Giorgia Meloni, anche Antonio Tajani, figura di spicco di Forza Italia e vicepremier, sfida apertamente le norme sul silenzio elettorale. Attraverso un video pubblicato su X, precedentemente noto come Twitter, Tajani esorta gli elettori abruzzesi a sostenere Forza Italia.

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Antonio Tajani
Antonio Tajani

Elezioni in Abruzzo, anche Tajani rompe il silenzio elettorale

La legge italiana è chiara: la propaganda elettorale è severamente vietata nel giorno precedente e in quello delle votazioni. La legge 212 del 1956, infatti, prevede: “Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, la nuova affissione di stampati, giornali murali e altri manifesti di propaganda“.

Tuttavia, Tajani, con un messaggio di incoraggiamento e un video di un comizio, sembra ignorare tali disposizioni. “Forza Abruzzo, #ForzaItalia! Buon voto!” esclama nel suo messaggio, aggiungendo: “Votate Forza Italia, votate i nostri candidati che lavoreranno bene nel vostro interesse, e lo faranno con grande impegno“.

La zona grigia dei social media

Nonostante la chiarezza delle regole sul silenzio elettorale, il mondo digitale rappresenta una sfida inedita per il legislatore. La rapidità con cui le informazioni circolano sui social network e l’assenza di una normativa specifica che regoli la propaganda elettorale in questo ambito creano un vuoto legislativo difficile da colmare.

In occasione delle elezioni europee del 2019, l’Agcom aveva tentato di indirizzare il problema con delle linee guida per le piattaforme digitali, mirate a contrastare la disinformazione online. Tuttavia, queste non possiedono la forza di una legge, lasciando un margine di manovra ampio ai politici per influenzare l’opinione pubblica anche nei periodi di silenzio elettorale.

La violazione del silenzio, prima di Meloni e poi da parte di Tajani solleva, quindi, interrogativi sulla capacità delle leggi attuali di adattarsi all’evoluzione digitale e sulla necessità di una revisione che tenga conto delle nuove realtà comunicative.

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ultimo aggiornamento: 10 Marzo 2024 11:45

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