Allarme ad alta quota: comandante non risponde

Allarme ad alta quota: comandante non risponde

Il comandante della Ita non risponde alle chiamate del centro radar. La compagnia aere avvia un’indagine.

La nuova compagnia aerea Ita è già nei guai. Ha avviato un’indagine interna per verificare i fatti accaduti lo scorso 30 aprile. Sul volo AZ609 da New York a Roma Fiumicino il comandante non rispondeva alle chiamate del centro radar di Marsiglia mentre sorvolava il cielo francese. Questo ha fatto allarmare le autorità francesi destando serie preoccupazioni.

La questione ha fatto adottare a Ita Airways un “provvedimento disciplinare che ha portato all’immediato licenziamento della risorsa dell’organico”. La motivazione è un incidente accaduto lo scorso 30 aprile su un viaggio transatlantico in seguito ad una mancata osservazione del protocollo del pilota. Il comandante nella cabina di pilotaggio è tenuto a rispondere alle chiamate dei centri di controllo. Una mancata risposta avviene solo in casi eccezionali di pericolo: dirottamento o attacco terroristico.

Per questo motivo, il centro di controllo francese ha fatto scattare l’allarme tanto che due caccia militari erano pronti a scortare il velivolo per verificare le condizioni della cabina di pilotaggio. Fortunatamente era tutto sotto controllo e la situazione era stabile. Il comandante ha risposto alle telefonate dopo pochi minuti facendo rientrare l’allarme. Si è ipotizzato ad un colpo di sonno in un momento di stabilità dell’aereo senza far rischiare pericoli ai passeggeri.

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Forti incongruenze tra le indagini e le dichiarazioni del pilota

L’incidente però aveva destato preoccupazioni e fatto scattare l’allerta alle autorità francesi creando il panico per un eventuale attacco terroristico in volo. Il comandante quindi è stato licenziato in tronco dalla Ita Airways che ora vuole fare luce su questa storia. Il comportamento del comandante, secondo la compagnia aerea, non è stato conforme alle procedure in vigore.

Ita ha voluto aprire un’indagine perché ci sono “forti incongruenze” fra le dichiarazioni del comandante e l’esito delle investigazioni interne. Inoltre, il comandante avrebbe avuto “una condotta professionale non coerente alle norme comportamentali e lavorative dettate dalla compagnia“. Ita si difende dicendo che nonostante questa cattiva condotta è stata garantita la sicurezza in volo “secondo i più alti standard previsti dalla regolamentazione aeronautica”.

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