Covid: commenti alla politica cinese “zero-covid”

Covid: commenti alla politica cinese “zero-covid”

La Cina sta adottando una politica contro il covid che non convince gli esperti italiani. Bassetti, Gismondo e Crisanti si esprimono a riguardo.

Anche dalla campagna elettorale si fa sentire Giorgia Meloni che afferma in caso nuova pandemia “non accetteremo più che l’Italia sia l’esperimento dell’applicazione del modello cinese a un Paese occidentale“. A riguardo sono alcuni esperti ad esprimersi, tra cui Bassetti che afferma: “Sono due anni che combatto contro il modello cinese Covid-0, ovvero zero contagi. E’ un fallimento totale. Pensare di deportare, come sta facendo la Cina, le persone è assurdo”.

L’esperto in malattie infettive prende quindi le distanze dal modello cinese, che per diminuire i contagi ha adottato politiche al quanto discutibili. Non è una novità infatti che si discuta di politiche non conformi al nostro ordinamento giuridico, in correlazione con le misure adottate durante la pandemia.

Bassetti afferma che adesso dobbiamo guardare alla convivenza con il virus, che è fatta di raccomandazioni ai più fragili, ma anche levando le restrizioni e le mascherine “che sono servite nei due anni passati ma oggi sono anacronistiche“, ha concluso Bassetti.

Per Maria Rita Gismondo è la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano. La dottoressa ha dichiarato che: “l’approccio estremamente restrittivo adottato contro la pandemia di Covid-19 ha causato danni che si manterranno per anni: giovani depressi, economia a pezzi, adulti con la ‘sindrome della capanna‘”. Anche lei conviene sulla questione che l’Italia non può rifarsi alla politica cinese.

In contraddizione, Crisanti

Attacca invece questa impostazione Andrea Crisanti dicendo che la Meloni, con la sua dichiarazione, “Non sa di che parla. Il modello cinese, battezzato ‘zero Covid, non è proprio stato applicato all’Italia. Le nazioni che hanno applicato il modello cinese, come la Nuova Zelanda e l’Australia, o la Sud Corea e il Giappone, sono uscite da questa epidemia a testa alta, con un bassissimo numero di morti e pochissimi danni economici. Il problema semmai è che l’Italia non ha applicato il modello cinese“.

Si distacca così dalle precedenti considerazioni il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, candidato dal Pd come capolista al Senato nella circoscrizione Europa.